PARCHEGGIA!
1) Parcheggia!
Siamo finalmente in ferie, a riposarci, lontani dal lavoro, dai parenti, figli, da tutti.
Al mare, quella casetta, non troppo in vista, nella pineta dopo la lunga spiaggia, abbiamo scelto quel solito appartamento un poco isolato, ma vicino alle zone più frequentate. Un posto dover poter star tranquilli. In santa pace. Ma comodo a tutto, per noi che spesso giriamo in auto.
Si fa presto da lì a spostarsi, a piedi o in auto ed arrivare dove c’è più gente, in un locale o alle discoteche.
Subito la prima sera io, Milly, in pista volevo ballare, s**tenarmi, trasgredire libera.
Lui no, stanco, seduto sul divanetto con una bibita mi guarda come al solito. Mi dimenavo sudata e lo invitavo, niente! Ero stata adocchiata per il mio ballare sola da un gruppo di giovani che festeggiavano il compleanno. La mia gonna, che lasciava veder troppo, si era alzata e i giovani si erano lasciati andare a qualche commento, e guardando Giorgio lo notavo divertito a vedere che li provocavo mentre ballavo s**tenata in pista.
Alla fine della serata siamo tornati in auto verso la “nostra” pineta, e siamo andati in auto ad amoreggiare in quel parcheggio isolato. Lo chiedo io, dai Giorgio, parcheggia!
Ogni tanto lo facciamo, nonostante l’appartamento libero, anche per sfuggire alla monotonia. Ricordando che ci andavamo spesso in auto da giovani, lui che rubava l’auto alla madre, e via in questo posto isolato ma con ampie via di fuga. E ci siamo tornati ogni tanto dopo anni di letto, così per cambiare. Quanto tempo, vecchie abitudini….
Ci piace rivangare il passato, nella speranza che ritorni. E per dimenticare il presente, dico io.
Troppo poco tempo abbiamo per noi due, troppe preoccupazioni, e lui recentemente mi ha trascurata, ma ora, in queste ferie, voglio rifarmi, riconquistarmelo!
Ma il tempo non lascia scampo, io pretendo di fare la romantica e basta, rilassarmi, baciarci ed ascoltare ancora le vecchie musiche anni ’80, e come allora restare abbracciati ascoltando le cicale e non far nulla di più che qualche romantico bacio. Ricordi caro quando mi hai portato la prima volta, mi avevi abbordato in disco. Poi ero salita nella vecchia sgangherata vetturetta? Nemmeno un bacio la prima sera. E poi l’appuntamento, il bacio dopo, e basta. Nulla ancora la seconda sera?
No era passata una settimana almeno. E sesso solo dopo qualche anno, sempre in pineta!
Già! dico, come ora da sposati…. Poco sesso…. Non amo più praticare sesso fuori dal letto, ed anche sotto le coperte da tempo si dorme e basta. Però stasera voglio farlo strano. Qui mi incita pure lui a qualche carezza in più, lo faccio controvoglia, per recuperare ma pretende che io faccia altro, chissà, se gli va, sfoghiamo questi rari impeti, invece che farlo in tutta tranquillità barricata a casa sotto le lenzuola. Mi chiede perchè di tutta questa eccitazione: abbiamo rotto la routine?
Mentre lui, Giorgio ora mi spinge a trasgredire, vuole di più e per eccitarsi mi stimola a sognare… sognare …. sognare; immaginando che….
…che lei sia una prostituta caricata in discoteca poco prima (“No no, questa caro è solo una delle tue tante perverse fantasie! Vuoi che io con te faccio la troia, va bene dai!” )
…. o una ragazza facile che sale in auto dopo la disco e si abbandona con il primo venuto… (“ma se non l’ho mai fatto, quante sberle ti sei preso ai tuoi tentativi, qualche anno di schermaglie prima di cedere qualche centimetro di carezze, eh si l’hai sudata la mia pelle!”)
“Ma no dai stasera fai la porcellina facile”, e che durante le nostre effusioni, è la volta buona per una sveltina o un pompino rapido. Così faccio, visto che finalmente lui è bello duro, cosa rara di questi tempi. E subito viene, come spesso gli capita ancora, con i suoi grugniti, in piccoli spasmi ravvicinati, qualche goccio di pappa che mi gusto, insoddisfatta.
Il giorno seguente riposo assoluto, vado in spiaggia e lui resta a letto, faccio amicizia con Maria la vicina di sdraio, e poi relax, a casa parliamo e siamo felici di come è andata, tanto che la sera dopo cena via presto in auto verso la disco, ma… lui si riferma al parcheggio, non aspettavamo altro.
Ma proprio stasera per prima noto un guardone, che ci spia nascosto tra i pini.
E faccio finta di nulla, mentre ci baciamo; e poi lo vedi anche tu, e mi guardi, e chiedi: “Allora donna pudica, hai smesso presto i panni della troia, della facile?” “Si, andiamo via” sono titubante e chiedo di andar via!
– Ora? chiede stizzito lui.
– Subito. Come un tempo facevi quando qui arrivavano altre auto a disturbarci.
Ma no, ancora un bacio. Lui insiste, e facendoti contento, ritorna coinvolto e come una troia navigata mi rimetto giù e ti faccio un bel pompino, mettendo tutta l’arte del servizio.
Ad un certo punto il guardone si avvicino troppo, e impaurita smetto di nuovo, chiudo le sicure dell’auto e chiedo di mettere in moto: “Dai Giorgio è ora d’andar via, finiamo a casa!”.
Non lucido, ebbro di desiderio, con il cazzo duro Giorgio non ragiona, altrimenti non avrebbe il coraggio di dirle:
– Ma no, continua, dai! Amore! Chissà quante coppiette ha visto qui! Dai! … senti come sono eccitato adesso…
– Si, lo sento che sei un porco! Ma visto che è duro non me lo lascio scappare!
– OK vuoi un pompino con guardone? Lo avrai maiale!
E titubante guardo verso la figura nell’ombra, mentre con la mano lo sego più veloce il mio caro maritino. E poi giù di bocca, impegnata!
– Dai, vieni, su! vieni porcone e poi andiamocene via.
– Continua dai, fammi un pompino! Non ti diverte? Sai che se me lo lubrifichi bene e me lo succhi ci metto un attimo…
Accontentato un insistente Giorgio, che stranamente dopo qualche minuto viene vigorosamente: diversi schizzi come da uomo forte che da tanto non sfoga, me lo succhio affannata e preoccupata.
Di ritorno dalla disco, serata fiacca, i soliti ragazzi, meno numerosi, che cercano di avvicinarmi nel mio ballo da sola, poi via presto al nostro parcheggio, ancora una sosta e ripetiamo la stessa scena, ma sentiamo arrivare una motoretta, fa un giro e ricominciamo a baciarci eccitati.
Lui: – Posso chiederti un grande, grande piacere? Per aumentare la mia eccitazione, e far prima, sai dovresti… – Altro sospiro e, alzando solo leggermente la testa gli dico:
– Uff!!! Cosa vuoi…ancora? Accendere la luce per fargli vedere meglio? –
– Magari per far questo potresti aprire il portaoggetti, se ti va fa luce solo dove serve. – sorride e mi dice: – No, io volevo sapere se potrei…abbassare un po’ il vetro del tuo finestrino?
Fa caldo e i vetri si sono appannati, così ti ammira meglio nel tuo splendore. Sei magnifica!-
– No! ma scherzi? Lui c’è sempre, vero? Cosa sta facendo ora il guardone?-
– Si è avvicinato contro il vetro e credo…credo che si stia masturbando. Sei uno spettacolo.-
– E tu vuoi che ci veda, e con il finestrino abbassato oltre lo spettacolo poi magari vuoi che lui … mi tocchi? –
– Beh…se ti accarezzasse un po’ mi piacerebbe. Scommetto che ti piace. Ma solo se sei d’ accordo, se lo…vuoi anche tu, almeno se la faccenda non ti…dispiace troppo. –
– No grazie! E poi? Che altro vorrai? Sai stasera ho bisogno che qualcuno mi scopi! Magari lui. – sospiro rimettendomi all’opera quasi rassegnata. Come una casalinga a dover finire un lavoro da troppo tempo rimasto da svolgere.
Che vogliamo fare? Bella domanda. Sospesa. In quel momento di estasi forse so cosa vorrei, ma non so se posso dirglielo, o forzare la mano E lui non tenta neppure.
– “Ma … niente, niente di più. Posso?” – mi dice mentre trattiene a stento l’orgasmo, m’è già venuto in gola troppe volte questo mese! Ho il pensiero fisso verso altri desideri, mentre sento che si impegna stringendo le chiappe ed io faccio un pompino muovendomi molto lingua, testa e collo. So che nei porno questo è spettacolo.
Come prima, non risponde e mi concentro sul servizio e chiudo la bocca esperta sulla cappella, uso la lingua ed aumento la velocità dei movimenti della testa in un erotico spettacolo illuminato. Ed lui, fidando nel mio consenso, preme il pulsante che abbassa il vetro.
Giorgio guarda fuori, il guardone fuori sorride, vede meglio e alza il pollice. Lui descrive, sussurando, la scena e ciò che vede. Molto giovane, con la barba appena accennata, eccitato si segava piano, ma appena il vetro è del tutto calato, sporge il lungo braccio libero e con la mano prende a carezzarmi i fianchi e i glutei, sopra la minigonna.
Mi avvisa, ma lo stesso al primo contatto resto ferma, impaurita, con il cazzo in bocca, e me lo tengo in bocca come un ciuccio rassicurante.
Poi Giorgio descrive la scena a voce alta. come invitando la mano ad infilarsi giù; diretta fra le cosce della moglie, che ha un attimo di incertezza, e io gli ficco le unghie nella gamba.
Ma poi, mentre la mano estranea esplora ancora, riprendo, mettendo maggiore impegno nelle mia manovre con testa e la bocca affossata contro il marito, per nascondermi, per non essere vista come lo struzzo che mette la testa sotto la sabbia.
Credo di voler farlo godere al più presto possibile, per porre fine ad una situazione, e lui teme che sia per me sgradevole, ma si trattiene. Io però, ormai non riesco a mettere un limite, non voglio fermarmi. Lui resiste, ma io faccio la porca! Quel che si vede, nella scena illuminata dalla luna, e dalla flebile luce del cruscotto è incredibile e non ci basta più.
Una mano sconosciuta che mi fruga nell’intimo. Ma abbiamo bisogno di fermare l’orgasmo imminente, io me lo godo.
Un “bocchinus/coitus interruptus” da vero e proprio balzo indietro verbale di Giorgio. Sento che si rivolge ancora al ragazzo e:
– Senti.. scusa sai…potresti allontanarti un momento?
A malincuore questo toglie il dito, la mano, e si allontana di qualche passo, lo vedo nella penombra.
– Come mai? Chiedo alzando la testa ed interrompendo il mio bel-da-fare – ci hai ripensato? Ti dà fastidio ora che mi tocchi? – Milly sembra seccata.
– No, a me no…anzi – aggiunge Giorgio a voce bassissima – Ma non era a te che dava fastidio? –
– Si. Mah…insomma…niente di insopportabile, ma allora perché l’hai fatto allontanare? –
Mi fa rialzare del tutto e sedere, quindi, guardandomi in viso ed accarezzandomi, non so come trova le parole che gli escono quasi con voce strozzata.
– Cara, tesoro.. ho una voglia di trasgredire, farlo con te, lo sai che questa situazione mi arrapa, e ho una gran voglia di far l’amore, qui… adesso… davanti a lui.-
– Va bene, caro, mi metto sopra? – Strana arrendevolezza.
– Sarebbe bellissimo ma, amore, non è troppo scomodo? Lo dici sempre che in auto non hai spazi…cosa ne dici se usciamo? –
– Ehhh? Fuori…con lui? No no! – Ecco il mio rifiuto.
– Perchè no, ti appoggi sul cofano…ricordi che l’abbiamo già fatto… e come ci era piaciuto? –
– Si, ma allora eravamo in garage, soli…ora, invece… all’aperto. E se lui si avvicina…se mi tocca ancora? –
– Beh, lo facciamo allontanare di nuovo, ma hai appena detto che, insomma, può andare, no? –
– Si ma…non è che poi vuoi farlo partecipare ancora, e che… che scopi pure con lui, vero? –
No, a quello adesso non avevamo proprio pensato! Lo so però che l’idea non gli dispiace, perciò il negare non è del tutto convinto. Assume un tono possibilista.
– Ehhh? Assolutamente no, ci mancherebbe, dai non ci penso proprio. Si fa solo quello che va a te!
Poi guardalo, è giovane, innocuo, sembra un segaiolo guardone, e mi eccita farlo –
Anche se è vero che.. questo, è un pensiero… ma…
Lo guardo strana: – Ma…non so….. Non so più cosa mi devo aspettare da te! Tanto innocuo non è, prima quasi mi infila dentro un dito!
– Beh, ti piaceva! Coraggio, amore, aspetta, vengo ad aprirti la portiera… – Rompe gli indugi.
Scendo, passa davanti al cofano, apre la mia portiera e mi porge la mano per aiutarmi a scendere. Riluttante e con lo sguardo schifato cedo ed esco.
Giorgio mi abbraccia, ci baciamo in piedi in questa notte magica e intanto mi slaccia del tutto la camicetta che era semi aperta, la sfila e la lancia sul sedile. I due maschi presenti hanno i pantaloni a mezza gamba.
Si stacca da me e in pochi secondi li toglie, gettandoli all’interno dell’abitacolo. Intanto il tizio è sempre fermo poco lontano. Un grillo fa la serenata nel silenzio della notte, e Giorgio mi abbraccia nuovamente e approfitta, non visto, per fare un cenno al ragazzo di avvicinarsi.
Si avvicina senza far rumore e, mentre mi stringe riprende pure lui ad accarezzarmi, mentre io e mio marito ci baciamo e mi tocca fremente sui punti deboli, ma resto protesa addosso a lui.
– Spogliala – dico gelido poi. – Mi irrigidisco sento e vedo quello che capita come in un film erotico. Lui mi rassicura accarezzando e baciandomi con passione.
Il tipo mi tocca e cerca di togliermi la gonna, ma è impacciato, non riesce a liberare i gancetti, allora io, Milly, come un automa, estraneata, lentamente la sfila facendola passare per la testa.
Ora, alla sempre più flebile luce della luna che sta tramontando, sono più aggredibile, sembro nuda, nonostante l’intimo chiaro. Una donna indifesa, che sembra splendidamente, superbamente nuda. Vorrei che quell’attimo si prolungasse dandomi il tempo per assaporarlo pienamente, per imprimerlo indelebilmente nella memoria, attimi di voluttà amplificati di piacere e di voglie; ma il tipo ora ha preso coraggio, sale le mani sulla mia pelle e sgancia il reggiseno, sfilandolo dalle mie braccia. Silenziosa guardo Giorgio, ma in un riflusso di pudore raccolgo i miei seni ora liberi tra le mani in un gesto protettivo. Lasciando indifesa la parte sotto, e lo straniero ne approfitta lesto a calare le mutandine fino ai miei piedi. Forse grido, forse gemo. Da brava moglie zittita da un focoso bacio del marito, con occhi da cerbiatta atterrita specchiati sui suoi che mi rassicurano. Come un automa collaboro, alzando ora un piede, ora l’altro. Sento i pensieri di Giorgio eccitato come non mai, e sento il suo cazzo duro e rigido, salito a confermare la nostra unione tra le mie gambe pur strette, sento che lo bagno e lo inumidisco con i miei umori.
Non siamo così eccitati dai primi petting fatti qui con noi ancora inesperti e vergini. All’orecchio mi sussurra i ricordi di quell’agosto di tanti anni prima, dove proprio qui avevamo provato le stesse prime sensazioni, ma da soli. Quando le prime volte scoprivamo le nostre vite.
La memoria e la mente mi fa viaggiare. Ora Milly è tornata giovane, vogliosa e veramente nuda, a parte le mezze calze e le scarpe, ma né lui pensa a toglierle, né io lo sollecito a farlo. E’ troppo, troppo indecentemente nuda così, questa Milly, più nuda che se non avesse niente addosso. Il tipo mi sta accarezzando con la destra, mentre con la sinistra si tocca, lentamente, un cazzo durissimo e lungo. Giorgio non può fare a meno di guardare quella sua virilità lunga, grossa, fieramente eretta, giovanile. Io ho la testa appoggiata al petto del marito e non lo vedo.
Giorgio aveva detto a Milly che voleva scoparla, ed è vero. Ma, per esporla, distogliermi lo sguardo dal suo viso e farmi vedere da vicino lo sconosciuto, con una lieve pressione sulle spalle, mi fa capire di abbassarmi.
Riprendo a prodigarmi con la bocca sulla nuda intimità del marito. Nel far ciò appositamente facciamo mezzo giro per far si che posso vedere nudo il ragazzo.
Porco di un cornutone, immagino che mi godo lo spettacolo, pur con il solito uccello in bocca.
Vedo un ragazzo virile, mi sembra di conoscerlo, che si accoscia e, mentre mi dedico al marito, lui, il terzo incomodo a fianco di noi due si dedica a me. Accarezza la mia schiena, i capelli con l’altra mano, poi scende sempre più giù, finché, accosciandosi anche lui, raggiunge con le mani da dietro le mie zone più intime. Non faccio nulla per sottrarmi.
Con un misto di…piacere, sorpresa Giorgio ammette di esser sorpreso eccitato e di avere una punta di quella che si può definire gelosia, nota che io non solo non faccio niente per rifiutargli il contatto, ma lo facilito divaricando le gambe.
Sicuramente siamo tutti e tre ancora più eccitati, perché ad un certo punto smetto confusa di servire il compagno con la bocca per mordermi il labbro, gemendo piano con lo sguardo rivolto verso quel bel cazzo in tiro che svetta sotto la luna.
Pure Giorgio eccitato ed ora pronto, prima che la sinergia fra quello che si vede e quello che sente, gli provochi una non voluta esplosione precoce, mi aiuta a rialzarmi, facendomi appoggiare sdraiata sul cofano, ancora piacevolmente tiepido. Prende una posizione sicura e allarga le mie gambe, mi toglie le scarpe portandomi i piedi ora nudi sul cofano. Così, sia il seno che il mio sesso sono in piena vista. Accostato il pene alla vagina, spinta leggermente e non del tutto sorpresi constatando come i due sessi si uniscono scivolando in una facile unione bagnata dalla voluttà senza incontrare resistenza. Mentre iniziamo a scopare con amore, godo da tempo e partecipo con quei sospiri che da tempo mi mancavano e conoscevamo così bene. Il tipo si è portato al mio fianco e mi accarezza dolcemente i seni, mentre il marito mi tiene ferma per le caviglie.
Il suo cazzo è oscenamente eretto, rigido a pochi centimetri dall’amplesso della moglie, ma noto con piacere che lui non fa niente per avere un contatto con la sua carne che immagino bollente come le mai.
Marito e moglie che condividono con un giovane estraneo un simile atto, in pieno piacere ma, mentre Giorgio sente il climax montare provocando fitte quasi dolorose tanto sono intense, decide di parlare; è il momento.
– Amore, dai, toccalo! – sussurra – non vedi che erezione gli stai provocando? – Non ti fa voglia…
Sembra quasi che non aspetti altro. Senza nessuna esitazione lo afferro delicatamente con la destra, caldo, bello, e inizio un dolce movimento della masturbazione. E’ la goccia che fa traboccare il vaso, mentre Giorgio, pompandola a fondo, mi gode dentro riversandomi nel ventre schizzi e schizzi di nettare.
Grugnisce soddisfatto, e anche io sono eccitata, la porca Milly è eccitata e ci gode, dopo aver con un roco sussurro, invitato il solito cazzo a non fermarsi, a grattarle il piacere dentro, a scoparla ancora, si volta con il busto con su un fianco e, con decisione, apro la bocca e la chiudo sul durissimo membro del tipo estasiato che ho vicino, iniziando a spompinarlo con totale partecipazione. Meraviglia. E’ proprio questo quello che il cornuto avrebbe voluto vedere, è quello che mi avrebbe chiesto di fare se non avesse avuto l’orgasmo devastante e ora, acquietati i sensi, calata la libidine, quasi gli dispiace che lo faccia. Però, quell’azione serve a s**tenare in me altri orgasmi a lungo sopiti e tenuti repressi, che sento distintamente. Lui mi asseconda pompandomi piano, sento le pareti della vagine stringere e pulsare e strizzare con il mio sesso il cazzo semiduro, ma che si muove lento, mentre succhio avida questo giovane ben duro: tutti ci gustiamo l’attimo e non vogliamo staccarci da questa unione appagante. Lei soprattutto lo aspira, lo massaggia e lo risucchia e gode tantissimo. Si, vengo come una vacca. Al mio godimento e ai mugolii si aggiunge, di pochissimo, quello del tipo, che ora me riversa in bocca il frutto della sua eccitazione. Spasmi, goduria.
Zittita e acquietata, resto languidamente ferma nella posizione per un breve attimo, il ragazzo si ritira soddisfatto, nessuno parla, tutti guardano me, alla fine mi rialzo e mi stacco da loro e fatti un paio di passi, mi chino e libero la bocca piena, riversando il liquido filante in terra, emettendo poi un flebile sospiro.
Pochi istanti in cui stiamo tutti in silenzio, riprendendo il normale ritmo del respiro. Poi, lui, il ragazzo con un bel sorriso ci saluta. – Ciao! – Grazie per la bellissima esperienza…e…mi farebbe piacere rivedervi se siete d’accordo di condividere ancora. –
– Grazie a te! risponde Giorgio – mentre io zitta mi pulisco con un fazzoletto e mi rivesto lesta
– Beh…perché no? Magari ci si rivede ancora qui! – dice sfrontato, non so se mi vergogno di essermi lasciata andare così!
– Ok…ciao. – mio marito è felice.
Il giovane si volta e si avvia giù per la stradina, per raggiungere lo scooter.
Anche noi ci rivestiamo, mi siedo, con lui al posto di guida, accende il motore e, rivoltomi con un sorriso, verso la moglie silenziosa e già seduta con le cinture allacciate: – Allora? – mi chiede.
– Allora? Allora che? – Rispondo tenendo lo sguardo fisso avanti a me, faccio la stronza, alzerò il prezzo al momento giusto.
– Beh..non dici niente di quello che…è successo? –
– No, non ti dico niente. –
– Ma sei arrabbiata? –
– Arrabbiata? No, per niente. Ma non ho voglia di parlarne, adesso. Voglio pensarci e dormirci su.
Parti. Andiamo a casa a riposare, e quando ne avrò voglia lo farò. Ok? –
E’ meglio non insistere. Brividi ci percorrono l’anima. Percepisco pure i suoi per tutto il viaggio e restiamo in silenzio, cosa davvero anomala.
Anche a casa, un fugace “Buonanotte” prima di andare a farmi una doccia e infilarmi a letto.
Giorgio resta in salotto a pensare. Si infila poi a letto quando pensa io dormo profondamente, gli dò la schiena tutta girata sul fianco, avvolta come una mummia nel lenzuolo leggero.
Siamo preoccupati? Non vorrei aver commesso un errore irreparabile, non vorrei aver compromesso la nostra simbiosi, e il nostro matrimonio.
Questo nostro rapporto a cui teniamo moltissimo.
Meglio non parlarne più di questo sogno, e di come si è rivelato un incubo, per ora meglio dimenticare.
Alla mattina ci svegliamo pieni di desiderio, ci si abbraccia sul letto come non fosse stato nulla.
Poi mi sale sopra.
– Facciamo pace?
– Come al solito! Dico aprendo le gambe, sembriamo ringiovaniti, lui prestante ed io ancora piena di umori, accompagno l’alzabandiera nella calda tana e facciamo una scopata intensa, appagante, lenta, sembriamo godere più volte, ed lui mi dura dentro più del solito.
Poi, mentre indugiamo accoppiati, chiedo: – Allora Giorgio, dimmi ora, inizia tu, dimmi che ne pensi?
E lui: – Bellissima esperienza amore. Grazie. Per me tra noi adesso non è cambiato nulla, anzi ti desidero e ti amo ancora di più. So solo che eri bellissima, che è stata un’ esperienza sconvolgente, piacevolissima, fantastica. – Breve silenzio.
– Non so, però “CI” (e calco il tono sul “ci”) dobbiamo promettere di essere assolutamente sinceri.-
– Io veramente credevo che fossimo sempre stati sinceri. –
– Sì, ma stavolta, dobbiamo esserlo totalmente, anche se quello che ci diciamo potesse ferire l’altro. Prometti? –
– Sì, assolutamente, totalmente sì, te lo prometto. E tu? –
– Anche io, amore, anche io te lo prometto, e ti chiedo perdono già da ora se quello che ti dico potrebbe forse farti soffrire, ma è necessario.-
– Ok, chi comincia? Niente e nessuno può dividere il nostro amore, lo sappiamo! – Vero, ne abbiamo passate tante…
– Comincio io: dimmi, intanto voglio sapere se quello che è successo ieri, nel parcheggio è stato veramente un caso? Non è che lo avevi programmato? Mettendoti in qualche modo d’accordo la prima sera nel locale proprio con quel ragazzo!? Ti avevo detto che nel locale continuava a guardarmi, mentre ballavo ed era proprio lui il guardone! –
– Ma no, assolutamente no. A queste situazioni, ricordi, avevamo pensato spesso. Ma so che in genere le rifiuti. Certo il tarlo dentro di me da tempo ha ricominciato a lavorare la fantasia, anche ieri quando vedevo come ti guardava ballare in discoteca, quando ti invitava a ballare e ha raggiunto l’apice quando mi hai detto che lui ti aveva raggiunto verso il bagno e ti aveva sorriso cercando di agganciarti. E, forse sbagliando forse no, ho voluto interpretare il tuo contraccambiare il sorriso come un possibile desiderio di coinvolgimento. Ma è stato solo un caso. E tu? Cosa ti ha fatto accettare la situazione? Cosa ti ha finalmente sbloccato? Dimmi ?-
– Non so proprio. Partiamo dall’inizio, quando mi hai detto che lui al locale mi stava guardando le gambe avrei voluto andarmene, ma poi vedevo che tu eri eccitato dalla situazione e ho resistito a fare la civetta solo per il tuo piacere. Ho pure io iniziato ad eccitarmi leggermente, ma poi tanto di più nel parcheggio quando mi guardava mentre ti facevo il “servizietto” e poi quando lo hai fatto avvicinare aprendo il finestrino, sono come impazzita, non ero più io.
Terrorizzata forse, mi ero disinibita all’improvviso, senza più remore, perciò immedesimata davvero in una donna di strada.
Che se ne fregava se era vista da estranei. Che avrebbe fatto di tutto, da tanto era lasciva.
Quando mi hai chiesto se potevi abbassare il vetro io ero già pronta a dirti di sì. O a ignorare ogni cosa. Quando ho sentito quella mano calda, forte accarezzarmi, sotto la gonna tra le gambe verso la…la fica, e quando sfrontato mi ha infilato un dito ero fradicia e l’eccitazione mi è aumentata. Ero diventata la donna di tutti, pronta a tutto, dovevi, potevi esser solo tu a fermarlo, o a fermarmi. Tu dovevi difendermi dalle mie stesse voglie, ma non lo hai fatto, e te ne sono finalmente grata.
Da quel momento, ero pronta a fare tutto quello che mi hai chiesto. E, come hai visto, sono anche andata oltre le tue richieste, quando… quando poi per provocarti gliel’ho preso in bocca. In me c’era liberazione totale, eccitazione e vergogna, voglia e sottomissione, paura e desiderio. In parte volevo pure punirti, pur sapendo e sentendo che ti eccitavi. Tu invece dimmi! tu in quel momento, cosa hai pensato? Che pensi ora? sono ancora la tua fragolina, o sono più la tua pazza? O la tua troia! che desideravi? –
-Si. cioè No, che dici! Che volevo chiederti io di farlo, ma non trovavo il coraggio, avevo paura di esagerare, di rompere la magia che la serata, la luna e la situazione creava, ma è stato bellissimo guardarti mentre glielo succhiavi. Scioccante e entusiasmante, ti sentivo godere come non mai.-
– Sincero? –
– Sincerissimo. –
– E, quando ti ho chiesto se per caso stessi pensando a farmi scopare da lui e tu hai detto no… lo pensavi veramente? –
– Sì, lo pensavo…e lo penso. Non riesco ancora ad immaginarti posseduta, penetrata da un altro uomo. Non ancora almeno, se non me lo chiedi pure te!-
– Sinceramente io ti dico che se tu non fossi riuscito a farmi godere a fondo, se ti fossi tolto a guardare come chiedi spesso o se mi lasciavi fare … avrei voluto scopare pure con lui, avevo solo bisogno di un cazzo duro dentro e di godere. –
Questa sì, è una dichiarazione forte che non mi aspettavo di fare. Silenzio. Lo vedo perplesso, ma felice. -Ti sei ammutolito? –
-Beh, sono sorpreso sì. In fondo un conto è fargli un pompino, pur con un estraneo. Non è “vero sesso”.
Diverso è concederti carnalmente del tutto. Permettere di farti tutto. Non avrei pensato ad arrivare a tanto.
Anche vedendo quanto è …grosso, molto più del mio, sicuro ti saresti divertita, un peccato non aver approfittato per prenderti le misure!
Lo guardo sorridendo, e lo rassicuro.
– Esagerato; è un po’ più grosso, ma non credo che avrei avuto problemi particolari. E poi, in bocca o in vagina, al punto cui sono arrivata ieri non c’è gran differenza, anzi!
Sai che godo a fare pompini a te, e ho goduto anche con lui, pur ben chiavata da te. Ma avrei goduto anche senza di te o solo con te che ci guardavi.
Non credi? E poi… noi donne non siamo bambole di gomma. Se pensi, come credo, di…voler rinnovare queste esperienze, devi mettere in conto che anche io posso avere dei desideri da soddisfare. Non voglio essere solo un oggetto per il tuo piacere. – Voglio pensare a me. Godermelo pure io un bel cazzone nuovo dentro!
– Quindi non ti dispiacerebbe? Capisco che non è certo come la prima volta, tra noi, i nostri primi approcci. Hai atteso anni prima di concederti, sempre con il caldo d’agosto nelle calde torride, dopo anni di fidanzamento, di baci e di leccate, seghe e pompini, e altro, che facevamo assieme prima del sesso completo!
Finalmente sempre qui in agosto e come facciamo ora ad altri livelli gustando le ferie come non facevamo da tanto!
– Già quella volta che mi hai chiesto con insistenza il primo pompino, e io avevo paura di soffocare, e paura di farlo, pur se curiosa, e metterlo nella bocca la prima volta, con te che supplicavi, ma ne avevo desiderio pure io. E come sempre sei riusito a convincermi, eccitarmi e deludermi! …. Quando sono scesa verso i gioielli tu sei esploso prima che io assaggiassi, prima che aprissi bocca, hai fatto uno schizzo fragoroso, che mi è passato sopra ed è finito sul cruscotto. Al punto che sono rimasta a bocca asciutta, con quell’odore del tuo sesso, che mi è rimasto a per farmi venire l’acquolina in bocca, e mi hai fatto tenere la voglia, fino al nostro successivo incontro nel parcheggio, dove ti ho davvero divorato tutto, come ho fatto ieri sera per farti vedere se ero capace!
– Bel ricordo, e ora che hai assaggiato pure il tuo secondo uccello! Che mi dici? Piaciuto? Meglio del mio?
– Mi è piaciuto, il gusto intendi? ma… No non del tutto, l’ho sputato via subito, ma adesso che faremo? Lo vuoi rifare? Fare di più?
– Pensi che lo vogliamo rifare, andando fino in fondo? – in realtà è vero, ma il fatto che io, la donna fedele, la moglie possa fare sesso completo è un problema non da poco per noi, dobbiamo chiarirci.
Mi chiede. – “TU”, lo vuoi rifare? – Lei, la pompinara soddisfatta che è in me non risponde alla domanda, ma proseguo come se non avesse sentito.
– Ma non so. Perché, vedi, stasera siamo ad un bivio. O decidiamo che quello che è successo è stato solo un singolo episodio, una specie di ubriacatura senza conseguenze che presto o tardi dimenticheremo, e sappi che sono d’ accordo a fare quello che vuoi tu, che vogliamo fare assieme.
O proseguiamo su una nuova strada che, considerata l’ esperienza che mi hanno detto amiche, di altre coppie scambiste, poi non ci si ferma più a qualche sporadico incontro occasionale. Rischia di diventare una china verso gli abissi del piacere.
Se “IO” lo voglio rifare? Vedi…in questo gioco, chiamiamolo così, sei tu che…offri tua moglie, quindi quello che voglio o non voglio io non conta.-
– Ma – ribatte – non è mica detto che le cose debbano andare per forza avanti troppo: possiamo fare un passo alla volta come sempre e fermarci quando vogliamo. O proseguire come drogati di endorfine. Possono anche essere situazioni più soft, meno impegnative. Prendiamole come vengono, ma facciamolo assieme, come sempre. –
– Io invece non lo credo, ma non è questo il punto. Bisogna decidere se, come ripeto, consideriamo quello di ieri un “incidente” da non far più succedere o se proseguire su questa strada. In questo secondo caso, devi essere consapevole dell’impossibilità, da parte tua, di volermi porre dei limiti. – Io divento la hot wife e tu rischi di diventare il cornuto consapevolmente felice. Ma sappi che come ho fatto con te, assaggiato il seme non si torna indietro!
– Dimmi, cara, sinceramente per te è un grosso problema continuare con queste esperienze, e poi eventualmente fare sesso con un altro? –
– Sinceramente, sai non vorrei farlo, non volevo. Non mi attirava anzi. Tu mi basti, ma se insisti, cedo volentieri; credo che il vero problema non sia ora fare sesso presto con uno sconosciuto, non ho tutta questa smania. Fare sesso senza amore non è per me. La tua Milly fa sesso con altri per te, per amore tuo, ma se mi abitui, credo che il problema si pone dopo.-
– Il dopo? Puoi spiegarti meglio? –
– Ecco…dopo che ho..giocato… con degli estranei, e dopo che tu mi hai visto mentre lo facevo, e forse tu sei stato loro complice…dopo, a casa, dopo…il giorno dopo…ci ameremo e ci rispetteremo ancora come adesso? Per me questo è importantissimo. Tu per me, e lo sai, sei stato il primo uomo, il MIO uomo da amare totalmente, e vorrei che fosse sempre così. Ho imparato il sesso con te, lentamente, appassionatamente, tu mi hai spinto ad affrontare le mie paure, affrontando il mio corpo e il tuo, a farti prima una sega in quel parcheggio, lì ti ho fatto il primo impacciato pompino, schizzandolo ovunque, dopo anni sempre lì ti ho permesso di prendere lentamente la mia verginità senza causarmi traumi. Adesso vorrei evitare che ci perdiamo in eccessi. Che restiamo uniti e niente potesse mettere in discussione questo nostro amore. Il resto deve restare una diversa sfumatura, una gradualità del nostro amore, del nostro piacere. Sono gelosa e se vuoi mi concedo, ma niente altre donne! –
– Certo, mi interessi solo te, amore mio! Ha ragione, per me è lo stesso. Ieri sera sono andato a letto titubante, il tuo silenzio mi aveva spaventato. Sono pronto a rinunciare a qualunque cosa possa mettere in crisi il nostro rapporto o scalfire il nostro amore. Sai che non ti voglio spingere dove non vuoi. – Silenzio, allora riprende:
– Cara, tesoro, da parte mia sono sicuro che ti amerò e rispetterò sempre. D’altronde, dopo ieri sera, sembrerà assurdo, ma io sento di amarti ancora di più. Ai miei occhi sei rinata, nel mio cuore sei cresciuta. E tu, cosa pensi di me dopo quello che è successo? Mi consideri un perverso?
Resto in silenzio, a testa bassa, poi con sguardo cupo esplodo:
– Certamente! ora so che sei un porco, che mi hai fatto fare, non sono la tua troia! non ti voglio più vedere, pervertito! chiederò il divorzio e il mantenimento.-
– Comeeee??? Ma…. amore! scherzi? – Mi dovrai dare tanti soldi!
e poi rido
gli rido in faccia con la mia cristallina risata:
– Ma sì che scherzo, amore. Cosa vuoi che pensi? Ti amo e ti devo molto. Ora non sono più la ragazzina timida che hai conosciuto e sposato. Sono la tua calda mogliettina, e sono anche la tua troia se così mi vuoi. Mi hai aperto alla vita, come da giovane, come sempre. Dopo ieri, mi sento più…matura, più…donna. E dopo che ci siamo parlati a cuore aperto, anche io sento di amarti come prima, più di prima. Non ti giudico per quello che mi hai fatto fare…anzi per quello che abbiamo fatto.
– Ora è arrivato il momento di farle la domanda:
– Quindi, vuoi che ci incontriamo ancora con… quel ragazzo? O preferiresti altre esperienze con altri? –
– Ripeto che in questo sei tu che devi decidere, sei tu quello che offre la moglie. Spero però che ti sia ben chiaro che se proseguiamo in queste avventure devi lasciarmi ampi spazi di autonomia; non potrai essere solo tu a scrivermi il copione. Come asserisci di non aver premeditato, ma mi hai tentato, lavorato ai fianchi per anni, non era mai stato il momento, abbiamo sprecato tante occasioni. Ma non si può sempre programmare questi eventi. Ma c’è un punto essenziale. Dobbiamo restare ancora più uniti, nonostante le sensazioni o queste esperienze ci porteranno fuori.
Fuori dalla coppia, dobbiamo ogni volta ricostruire nelle eccezioni la nostra intimità e difenderla di più nella normalità. Dobbiamo da subito mettere i confini, per poterli scavalcare senza inciampare. Sai mi sento trasformata e nascono in me altre necessità, maturare voglie che avevo da giovane, prima di incontrarti, da moglie sposata e a volte sola, ma io lo voglio pure fare con te, per soddisfarci meglio… e ho pure nuove vedute sul mondo che si apre davanti ai miei occhi. –
– Come vuoi, ci promettiamo che queste esperienze le facciamo sempre assieme, un passetto per volta, senza forzature. Questa esperienza ci ha riavvicinati, ci fa discutere e parlare, ha risvegliato i nostri interessi, in tutti i sensi. Ora rallentiamo dopo questa esplosione, e pensiamoci su, OK amore, credo che la cosa migliore da fare sia far passare qualche giorno, e dormirci sopra un paio di notti. In fondo mi hai davvero drenato tutte le energie!
Gustiamoci gli eventi e questa nostra nuova armonia. Poi, prenderemo una decisione, se fermarci o proseguire. Parliamo e poi vediamo, OK? –
– No, scusa ma allora non mi sono spiegata: la decisione la devi prendere solo tu, e io ti dico già ora che la accetterò senza discutere, qualunque sia. E ora, amore, dormiamo. Buonanotte. –
– Tocca a me quindi accendere il motore, girare la chiave! Notte amore. Ci accarezziamo giacendo languidi.
Poi gli volto la schiena, e subito dopo, come se avessi dimenticato qualcosa volto la testa verso di lui e…
– A proposito, prima, mentre scopavamo, tu hai pensato a me insieme a lui? Eri davvero così sovreccitato, come me per questo? –
– Sì, è vero, quell’immagine sotto la luna mi è ritornata con l’eccitazione, e mi si è affacciata alla mente.-
– Ecco, anche io, al culmine dell’eccitazione, fantasticavo che fosse lui che mi stava scopando, non te! –
Volto nuovamente la testa e dormo, beata.
Nel giro di dieci secondi Giorgio si accorge, dal respiro lento e profondo, che sta dormendo beata come mai. Lui invece resta nel letto ancora sveglio, a pensare tutta la domenica mattina a quello che ci siamo detti e alla decisione che “IO” devo, anzi “NOI” dobbiamo prendere. Non riesce a decidere niente, prima di alzarsi per fare il caffè.
Dopo averle portato la colazione a letto Giorgio chiede: – Dormito bene? Mi bevo soddisfatta il caffè caldo.
– Sì? E allora, hai deciso qualcosa? – Mi metto seminuda su un fianco, rivolta sensuale verso marito, con il vassoio tra noi. Il mio tono non tradisce la minima emozione. Sembra che stia chiedendo se voglio zucchero o il caffè amaro.
La voce di lui non ha la stessa tranquilla tonalità della mia. Esce strozzata dall’ansia che gli chiude la gola.
– Sì, ho pensato e ripensato, sai che è un mio chiodo fisso. Sì, penso di sì che…voglio…vorrei proseguire il…nostro gioco, con te. –
Sempre con lo stesso tono tranquillo rispondo: – Perfetto, e hai anche pensato quando, dove e con chi e pure come farmi “montare”? –
Lui sorride per stemperare la crudezza e la volgarità delle sue parole.
– Voglio che ci eccitiamo assieme a pianificare con te le prossime volte che vorrai offrirti. No, non semplici scopate con altri, per ora no, ma mi piacerebbe che le decidessimo noi due, assieme. Quando sarai pronta! Se ti va, a casa, nel parcheggio, con chi vorrai, con quel giovane? Non ti dispiaceva, mi sembra, il suo uccello, gli hai davvero fatto un gran bel pompino. …. Quando vorrai. Forse potremmo tornare anche stasera, se sei pronta, a caccia di quel guardone o di un altro “bull”, o di quello o altri giovani al locale, e magari troviamo una situazione che ti piace, anche non lo stesso, scegli tu. Io ho deciso che mi va bene.-
Ci sorridiamo, un bacio appassionato di pausa. Poi lo allontano e riprendo, guardandolo fisso negli occhi – OK allora che ti sei deciso, che siamo decisi, ci dobbiamo organizzare il gioco per bene.
– Vale a dire? –
– So come vanno le cose, mi hai costretto a vedere sui siti e ho studiato! le altre, come le amiche, le meno sprovvedute! mi hanno messo in guardia da errori comuni. Dobbiamo stare attenti. Bisogna separare bene la vita normale, me, tua moglie, dalla porcellina che tu offri. Per mantenere il matrimonio a cui teniamo ci sono regole, sempre che non vuoi che la cosa diventi pubblica. Separare le cose nella nostra vita, amici, interessi ecc. è tutto come prima. Quando invece vuoi giocare, è necessario che stabiliamo una specie “codice” che mi faccia capire quali sono le tue intenzioni, e giocare solo con perfetti sconosciuti che non entrino mai a contatto con la nostra coppia reale. – Annuisce
Dobbiamo imporre regole e cambiamenti.
– E cosa cambia? –
– Cambiano parecchie cose: la nostra vita resta più sicura, e i dettagli, per esempio il trucco, l’abbigliamento, i comportamenti…cose così, insomma. – Teniamo ben separato il gioco dalla normale vita.
La distinzione di ruoli sembra ad entrambi una buona soluzione.
Aggiunge: – Ma, dimmi, in tutto questo c’è anche l’ispirazione di quello che ti faccio leggere sul siti porno? O solo del consiglio di qualche amica? Chi? Come ti è venuto in mente? –
– Mi sembra una strategia intelligente, e mi sono ispirata da entrambe le cose. Anche da Maria, la libertina della spiaggia. Diciamo che meglio evitare problemi; separando la donna irreprensibile e insospettabile nella vita sociale dalla troia che “gioca”. Ho pensato anche alle mie esperienze teatrali. Quando si interpreta un ruolo, si apre una parentesi che si chiude alla fine del gioco e non interferisce nella loro vita di coppia. Per gli attori funziona alla grande. Ho pensato che potrebbe essere una buona idea anche per noi. –
– E in cosa dovrebbe consistere, questa specie di…di interruttore? –
– Esattamente non lo so…tu hai qualche idea?-
– Che ne dici di cambiaci il nome? così, quando uso il nome che ti sei scelta, sai che non mi riferisco a te, e appena uso il tuo vero nome, sappiamo che il gioco è finito, la parentesi è chiusa. –
Ci pensa solo pochi secondi.
– Benissimo, vada per il nuovo nome: Luana mi è sempre piaciuto. Va bene per una maialona, sarà il nome della moglie offerta.- E tu anzichè chiamarti Giorgio ti chiamerai Arturo.
– C’è altro da chiarire? –
– Mmmmmm…mi sembra di no…fammi pensare…ma sì che c’è: dobbiamo cambiare un poco il vocabolario.
– Cioè? spiegati meglio.-
– Massì, dobbiamo evitare parole soft tipo “patatina” “uccellone”, che usiamo fra noi, e parlare un linguaggio più crudo, più diretto: insomma, ci dobbiamo abituare a dire “cazzo” “fica” eccetera….”
– E questo a cosa serve? –
– Anche questo serve a distinguere in modo netto la nostra vita reale dal gioco di ruolo virtuale che inizia non appena tu pronunci il nuovo nome.-
– Sai che il linguaggio sboccato, volgare non mi piace, ma se dici che è utile ce la metterò tutta.-
– Anche io mi impegnerò. Si tratta di superare la fase iniziale, poi sarà più facile. E…non è tutto. Puoi attribuire a Luana gli epiteti più crudi che ti vengono alla mente durante il gioco, e io farò altrettanto.-
– Tipo?-
– Tipo…che so, troia, zoccola, puttana, e qualunque altro, senza limiti. Io potrei dirti porco, maiale, cornuto ecc.
– Cornuto? –
– Certo, è ovvio. Non come moglie, ma come Luana, durante il gioco è inevitabile, ma considerala una recita.
Se un attore interpreta la parte di un assassino non vuol dire che lo sia veramente, e tu lo sarai solo per quanto riguarda il gioco, capisci?-
– Sì, capisco, o almeno credo. Solo che darti della troia o peggio così, senza motivo non mi sarà facile.-
– Ma non lo dici a me, a tua moglie, e a dirlo non è mio marito. E poi, chi lo dice che sarà senza motivo?- E, ammiccando, senza dare a lui tempo di replicare, proseguo:
– E’ importante, essenziale perché la nostra vita di coppia prosegua come ora, perché possiamo continuare ad amarci come abbiamo sempre fatto. E che possiamo ritornare a comando nelle nostre sicurezze! –
– E ora – proseguo a ferro caldo senza dar tempo per ribattere – potresti prenotare la cena da qualche parte, che io comincio ad avere un po’ di famina? –
Sospiro di sollievo a sentirmi dire “famina”, come ho sempre fatto da brava moglie.
Ci prepariamo in fretta e dopo mezz’ora siamo al mare, dove ho prenotato un pranzo di pesce in un ristorante di fiducia.
Quindi, dopo una passeggiata in riva al mare per smaltire le calorie in eccesso risaliamo in macchina e torniamo a casa. Il parcheggio e i locali da ballo purtroppo sono dall’altra parte e lui guida fino a casa, accidenti sono delusa?
Ci sediamo nel divano, a guardare un po’ di televisione, ma poi mi alzo, è scomodo, mobilio estivo.
Vado in bagno, mi accarezzo, sono eccitabile, meglio fare una doccia fredda. Di solito dopo un pasto con pesce fresco si fa sesso, e la mia voglia è per tante portate!
Giorgio finge di vedere lo sport in tv, ma è assorto nei suoi pensieri. Ora che assieme abbiamo preso la decisione, è più calmo. Sa che fra poche ore, o tra qualche giorno Milly…anzi, no, Luana,potrebbe trovarsi fra le braccia di qualcun’altro. Ma è tranquillo, rilassato e felice come mai. Il pomeriggio non passa mai.
Dopo una cenetta leggera prendiamo il caffè. A quel punto, improvvisando, sento che mi dice:
– Luana, sarebbe ora di prepararti, altrimenti si fa tardi.-
Senza esitare sorrido, mi alzo e vado in camera. Avevo già preparato il guardaroba e i trucchi, ma ci vuole tempo. Dopo una buona mezz’ora torno, e quel che mostro lo lascia senza fiato. Occhi truccatissimi, le labbra disegnate di un rosso carminio fanno di me la la “donna” di cui abbiamo parlato e che era sempre rimasta nascosta.
Indosso una camicia di seta nera sotto la quale i seni sodi e pieni ondeggiano liberi ad ogni mio passo; una gonna blu notte comoda che mi arriva appena sopra il ginocchio, scarpe tacco dodici e, per conferire una nota casual all’abbigliamento, un giubbottino in jeans posato sulle spalle.
– Beh… Arturo cosa ne dici? Ti piaccio così? –
– Se mi piaci? Sono senza parole. Sei bellissima, meravigliosa, la rappresentazione della femminilità. –
– Sei sempre il solito esagerato.- Sorrido, e sa che gli apprezzamenti mi hanno sempre fatto molto piacere.
– Però…- aggiunge
– Però?
– Però, la gonna mi sembra troppo lunga, e anche il colore non mi convince troppo. –
– Vuoi che la cambi? –
– Se non ti dispiace…
Torno in camera, ha ragione, scelta per comodità, ma mi vuole esagerata! Ottimo, torno con indosso una ridotta minigonna in tessuto nero che arriva a malapena a coprire la balza di un paio di autoreggenti velate, anch’esse nere. E’ leggera, meno ampia, ma elastica, ad ogni passo aderisce alle forme.
– Preferisci così? –
– Amore, se prima eri bellissima, adesso sei uno schianto.-
– Ti piace che sembro una zoccola? –
E, senza dare il tempo di ribattere sono sull’uscio ed esco.
– Allora… adesso possiamo andare? Non vedo l’ora di stupirti. –
Sì, andiamo. Guida lentamente. Non parliamo molto durante il tragitto. Ci fermiamo al parcheggio, ma qui Luana non vuol far nulla, con Arturo. Non vedo nessuno. Vorrei riuscire a capire cosa sta pensando Giorgio. Non mostro la minima traccia di nervosismo, ma neppure interesse per lui. Canticchio sottovoce seguendo la musica della radio. Milly non lo faceva mai, canticchiare con un’ochetta giuliva, Milly in auto discuteva, anzi parlava sempre.
Ora faccio l’oca giuliva, ostento tranquillità, almeno apparentemente. Ogni tanto mi lancia un’ occhiata, e mi accorgo che, da seduta, la corta gonna risale e ora è pienamente in vista tutta la balza dell’autoreggente, e una striscia di pelle nuda occhieggia a tratti fra l’orlo della gonna e le calze. Seduta, ad ogni accavallar di gambe la gonna avrebbe offerto un ben misero riparo agli sguardi degli altri uomini. Di questo è consapevole anche lui, e tuttavia l’ha chiesta.
Lei sembra già perfettamente calata nel suo ruolo. Donna decisa, libera e disponibile alle follie delle calde notti estive. E se invece fosse tutta una manovra per mettermi alla prova? E siamo proprio sicuri di volerlo fare? Giorgio? bo, ma come Arturo sì. Luana certamente. Sono proprio sicuri di voler mettere in discussione, se non a rischio, un matrimonio che va avanti, sostanzialmente felice, da anni?
Di colpo, Giorgio sembra sono assalito da mille dubbi: ne vale la pena? continua a ripetersi.
Come fare però a dirle che ha cambiato idea? Che per ora mi basta quello che ho? Un conto è vederla succhiare un uccello sotto la luna, un conto è farle provare la carne, la scopata di un altro. E se poi mi lasci per lui? E poi, sono sicuro di averla veramente cambiata? Non voglio certo tagliarmi i ponti alle spalle comunicandole che sono rinsavito, che è stata una brutta idea, una transitoria pazzia di cui non parlare più. Meglio un compromesso, meglio dire che “stasera” ho cambiato programma, lasciando la porta aperta a ulteriori, futuri sviluppi. Tornare in me il solito Giorgio e fare il mollaccione apatico.…
Questi i suoi pensieri che riesco a percepire, poi mi dice:
– Cara…sai…pensavo…-
Sembra che gli ho letto nel pensiero, o semplicemente ormai ci conosciamo molto meglio, più di quanto Giorgio stesso. Non lo lascio nemmeno proseguire.
– Ci hai ripensato Artù? – Tutto con un sorriso di sfida.
– Io? Nooo, figurati. Dopo quello che ci siamo detti…no, in linea generale assolutamente no. E’ solo che – inventa sul momento – stasera è ferragosto, chissà che casino, il locale sarà pieno di ragazzini e ragazzine e lui potrebbe non esserci. Quindi pensavo che sarebbe meglio tornare una sera in settimana… con meno confusione, se tu sei d’ accordo.-
– Ma io non devo essere d’accordo. Se hai deciso così, va bene.-
Lo dico con un tono neutro, che non rivela né approvazione né disappunto.
Io ora, se da un lato sono sollevata, dall’altro mi rammarico per l’ occasione persa. Mi consolo ripetendomi che è meglio così, meglio non rischiare, di occasioni ce ne saranno ancora quante ne vogliamo, si tratta solo di avere un po’ di pazienza.
Ora il problema è come far passare la serata. Ormai siamo sulla statale, imbocchiamo in senso contrario alla direzione che porta al solito posto; qualcosa da fare lo troveremo.
Arrivati in cima ad una delle tante salite della litoranea vedo, al termine della successiva discesa, un paese illuminato a festa. Ecco trovato il modo di trascorrere almeno parte della serata. Troviamo di fortuna un posto libero all’inizio della cittadina e proseguiamo a piedi per il lungomare invaso da bancarelle di ogni tipo. Milly, anzi no, Luana moglie di Artù, con quell’abbigliamento, non passa inosservata. Occhiate di ammirazione da parte di qualche ragazzo e quelle di invidia e disapprovazione lanciate compagne e da vecchie bigotte.
All’improvviso, una luce, seguita da un forte boato, annuncia l’inizio dello spettacolo pirotecnico. La gente, come presa da frenesia, corre e si sposta sul lungomare per accaparrarsi i posti migliori da cui assistere allo spettacolo. Noi, invece, ci sottraiamo a quel carnaio, attraversiamo la strada e troviamo posto sotto il porticato di un palazzotto di costruzione tanto recente che, oltre il pilone al quale ci siamo accostati, c’è una barriera di assi di legno che delimita un cantiere attivo. C’è gente anche lì, ma almeno si respira e, avendo la visuale libera possiamo agevolmente vedere lo spettacolo.
Lei cerca il posto più in ombra del terrazzo. Man mano la gente aumenta, sono ombre indistinte, altre coppiette abbracciate nel buio del porticato senza luci. I primi fuochi solcano sibilando l’ aria ed esplodono illuminando il cielo di brillanti colori.
All’improvviso, Luana si avvicina e stringe forte il braccio ad Artù. Pensando che sia una reazione istintiva ad un botto più forte degli altri, non ci fa caso. Lei ripete la stretta, ancora più forte. Si gira a guardarla e lei, con il lo sguardo indica dietro di sé.
Giorgio si discosta leggermente e guarda. Nel buio, tra la ressa creata dallo spettacolo non distingue niente, ma appena esplode un altro ordigno, alla luce delle mille piccole cariche vede con la coda dell’occhio un movimento. Dietro di lei un tizio, sulla trentina, che, con il naso all’insù, con fare indifferente le ha sollevato la gonna e la sta toccando. Intravede il culo messo a nudo e la sua mano pelosa infilata tra le gambe. Giorgio capisce che la mano stia frugando tra le mutandine, poi realizza invece che lei ha indossato un ridottissimo perizoma e il tizio approfittando della calca la tocca.
Non sapendo che fare, ritiene che la mia richiesta di aiuto esige una risposta. Passo un braccio intorno alla vita di Milly e la guida fuori dalla bolgia.
Lui non prova a seguirci e, camminando sulla carreggiata senza traffico, arriviamo alla macchina.
Saliamo e, dopo mille manovre per districarla dal groviglio di auto parcheggiate un po’ dappertutto, riprendo la strada dalla quale siamo venuti, visto il blocco del traffico nell’altra direzione.
Lei, in silenzio, fissa la strada. Non parla e non canta, sembra rabbuiata.
– Dai, non fare così, sono mortificato, mi dispiace, ma mica potevo immaginare che quell’allupato ti avrebbe importunato così pesantemente. Sono intervenuto appena mi hai avvisato. Su, amore, non sei arrabbiata con me, vero? –
Si volta dalla mia parte, sorride poi non riesce a soffocare una risatina.
– Arrabbiata? Ma no, caro, la tua Luana proprio no. Quando ho attirato la tua attenzione non ho pensato che potessi equivocare. –
– Ho equivocato? –
– Sì. Vedi Artù, quell’“allupato” non mi stava dando nessun fastidio. Non mi è saltato addosso. Anzi, l’ho quasi provocato io, strusciandomi addosso a lui mentre era dietro e iniziavano i fuochi. Ha finto un contatto casuale per rispondermi e ha proseguito quando ha capito che io non rifiutavo le sue carezze. Era gentile, delicato con la mano, era da un bel pezzo che mi palpava e aveva quasi infilato un dito tra le labbra…. – Non capisco…o forse sì, ma ho bisogno di una conferma. Non ti stava infastidendo? Ma allora… perchè hai attirato la mia attenzione?-
– Ma mi sembra chiaro: credevo che ti sarebbe piaciuto guardare mentre mi accarezzava, mentre mi infilava le dita nella fica. Ho pensato che mi volevi dire qualcosa.-
– Cioè? –
– Ma…non so…magari di ricambiare, di toccarglielo, o di dirgli di venire via con noi, invitarlo al parcheggio!…cose così. Ora capisco che, anziché avvicinarmi a te, avrei dovuto infilargli la mano nel pantaloni e toccargli il cazzo, senza dirti nulla, ma sul momento non ci ho pensato, e poi mi faceva piacere coinvolgerti! –
Giorgio cambia idea:
Dal suo punto di vista il ragionamento fila. Io le ho detto che preferivo evitare di andare al bar, non che non volevo…avventure e, ora realizzo che non avendola mai chiamata Milly lei era ancora calata nel ruolo di Luana. Vestita così arrapante una donna attira attenzioni come una luce le mosche. Ora i miei dubbi sono scomparsi: anche lei vuole (o almeno non lo rifiuta) continuare ad avere queste…avventure erotiche.
Il marito che ora fa la figura dell’indeciso …e poi…quando ho detto che avrei voluto toccargli il…il cazzo… Arturo ha avuto un’ erezione evidente.
Dobbiamo arrenderci, è inutile cercare di resistere; inutile e stupido, siamo due adulti e sappiamo decidere cosa fare.
– Sai? Mi fai davvero impazzire di voglia. A questo punto direi di andare a bere qualcosa al locale. Tra dieci minuti ci siamo. Che dici Luana? –
– Va bene, come vuoi. – Ripete con lo stesso tono di voce neutro con il quale aveva commentato la mia decisione di non andarci.
Quando arriviamo al locale è quasi mezzanotte. Il bar della discoteca, come prevedibile, è molto affollato. Sedersi al bancone è impossibile, allora ci dirigiamo al giardino interno. Durante il tragitto, tra il frastuono della disco vediamo il nostro giovanotto seduto ad un tavolino insieme ad un altri ragazzi e ragazze. Non è solo, quindi proseguiamo senza salutarlo, ma passando li guardo e sorrido. In giardino, ci sediamo su un divanetto molto basso. Accavallo le gambe e la minigonna sale fino a scoprire completamente la coscia nuda. Miele per mosconi.
Mentre aspettiamo che ci vengano portati i drink che abbiamo ordinato, lo vediamo arrivare e, dopo averci salutato, si siede su una poltroncina.
Dopo essersi sperticato in complimenti per me e aver magnificato il mio look, arriva finalmente a dire che…
– Speravo proprio di rivedervi. Peccato così tardi, però. –
Tocca a me rispondere: – E’ un problema? –
– Sì, purtroppo. Fra poco devo tornare a casa, con la ragazza e parte della compagnia.
– Beh, che dire? Peccato, sarà per la prossima volta.-
– Sentite, al martedì e giovedì sono sempre libero, senza morosa. Potremmo vederci martedì, se a voi va bene.-
– Penso che si possa fare. Ti troviamo qui? –
– Sì, assolutamente. Spero proprio che ci vedremo.-
Poi, come colpito da un improvviso pensiero…
– Però, stasera, se volete, resta qui il mio miglior amico.
Lui è rimasto molto colpito dalla signora e vorrebbe conoscervi…se non avete niente in contrario.-
– Gli hai raccontato tutto? –
– No…assolutamente, ma qualcosa sa, ha capito… se volete potrei presentarvelo, poi…fate voi.-
– Che ne dici fra dieci minuti? –
– Benissimo, ho giusto il tempo, prima di andare .-
Intanto sono arrivati i nostri cocktails. Beviamo un sorso.
– Tu che ne dici? – mi chiede Giorgio.
– Di che? –
– Di quello che ha detto riguardo all’amico.-
– Sai che non ho niente da dire.-
– Va bene, ma lo trovi carino? –
– Sì, mi sembra di sì. Sembra palestrato, un tipo robusto.–
– Allora? –
– Senti, smettiamola con questo giochino: vuoi che faccia sesso con lui? Va bene. Farò come vuoi tu. OK? – Luana lo dice decisa, ma con voce sensuale.
– Beh…sesso…qualcosina, ecco, come abbiamo fatto con l’altra volta? –
Lei si fa seria. – Ascoltami, perché è l’ ultima volta che te lo posso dire, prima che torni con l’ amico. Ne abbiamo parlato anche stamattina, ricordi?
Sono una donna, non un oggetto. Perciò non puoi programmare in anticipo quel che succederà. D’accordo?
Se non vuoi che apro le gambe lo farò, o farò quello che desideri, lo illudo, lo tocco, lo masturbo solo se vuoi o glielo succhio e basta? –
Non può fare altro che dirle che siamo d’ accordo su tutto, prima che torni il ragazzo con l’ amico. Dopo le presentazioni, finito di bere i nostri mojito…
– Ok, come ci organizziamo? –.
– Cioè?-
– Beh, credo che sai che cerchiamo, no? Hai la macchina? Uno scooter? –
– Ho lo scooter. –
– Bene, direi che ci possiamo incontrare appena fuori paese. Lasci lo scooter e vieni in macchina con noi. Poi ti riaccompagniamo a prendere lo scooter.
– Ok, benissimo.-
– Vai avanti, e aspettaci. E’ meglio che non ci vedano uscire assieme.-
Quando arriviamo nel posto stabilito, il ragazzo si sta sistemando il casco sotto la sella dello scooter. Accostiamo. Lui si siede dietro.
Per il breve tragitto restiamo in silenzio. Arrivati nello spiazzo del “nostro parcheggio” isolato mi fermiamo e Luana scende. Pure lui scende e la segue, davanti ai fari. Il tempo di imitarli e li vedo già abbracciati. Niente baci in bocca, ma solo carezze. Giorgio gira intorno alla macchina e lui le sta togliendo la camicetta, rivelando, alla luce dei fari i suoi seni nudi e prosperosi che il ragazzo si china a succhiare avidamente. Lei intanto fa scivolare a terra la gonna e lascia a lui il compito di abbassare l’esiguo perizoma. Lui si limita esplorarle il corpo, con le mani. A questo punto Luana prende l’iniziativa: fa lo stesso sopra i suoi abiti e slaccia la cintura dei pantaloncini e li abbassa, insieme agli slip. Poi Luana si china e, accostando con la mano al corpo il cazzo eretto, prende a leccargli lo scroto. La…dotazione del ragazzo è normale, forse più leggermente più lungo di Giorgio, ma senz’altro più sottile.
– Succhialo, succhialo – mi dice lui – implorando gentilmente. Lo accontento.
Faccio appena in tempo a chiudere la bocca attorno all’asta, che lui, protendendo e scuotendo il bacino alza la testa e… gode, gode nella bocca mia, gode e, quando ha finito di schizzare, con la lingua gli raccolgo dalla punta le ultime gocce di seme. Vedo Giorgio ammirato.
Mi guarda stupito. Non m’ha vista liberare la bocca: possibile che…che lo abbia ingoiato tutto?
La moglie che ora beve il seme di un’ altro, non lo avrei immaginato! Una settimana fa questa cosa sarebbe inconcepibile. Ma l’ho fatto! il ragazzo si allontana un paio di passi e io mi volto verso mio marito con un gran sorriso.
– Brava Luana! – non può fare a meno di dire – Ma non ho visto dove hai sputato. – sussurra. lo bacio sulla guancia:
– Non potevi… non l’ho fatto; e ora vieni, Artù, leccamela, sono eccitata e ho una gran voglia di godere ancora.- A quanto pare lei è riuscita a calarsi nella parte molto più facilmente di quanto non riesca a fare lui, almeno per il momento. Apro la porta posteriore, faccio spazio tra il sedile e mi sdraio comodamente aprendo le cosce mentre il marito si mette con la testa tra le gambe a esaudire la mia richiesta. Luana è eccitatissima, e gode mentre le succhiano delicatamente la clitoride.
– Ancora – sussurra con voce roca, e mentre continua a succhiare, leccare e titillare.
Lo facciamo e, mentre muove le dita dentro di me, e riprendo a leccarmi la fica spalancata in un altro, intensissimo orgasmo.
Quando ho ripreso fiato rotolo su me stessa fino a ritrovarmi a pancia in giù, mi metto sulle ginocchia, protendendo il… culo verso Artù.
– Ora ho voglia del tuo cazzone dentro; scopami, Artù. –
Si spoglia in tre secondi mi penetra nella mia calda, umida fica e afferrando per i fianchi inizia a trombarmi. Intanto il ragazzo è entrato in macchina dall’altra porta e si è avvicinato invitato da me, lo masturbo e lo avvicino alla mia testa che, ora, è nuovamente offerta a lui. Lo afferra per la coscia e lo tiro verso di me, finchè riesco a far sparire di nuovo in bocca il suo cazzo, che presto si indurisce grazie alla prestanza e l’impegno. Ancora sesso orale, pensiamo che ancora, per colpa del marito non si fa scopare, e Giorgio si impegna e mi spinge e mi fotte a fondo.
Dopo qualche minuto fa: – “Amore, io sto per godere, e tu?”, pensando che voglia avere un orgasmo insieme a me, cosa che ci è sempre piaciuta.
No non così: mi si sposto precipitosamente. – No, amore, non così. Voglio farti godere io.-
Girandosi nel divanetto posteriore dice a me e a il ragazzo di scambiarci i posti.
Luana a pecora offre Io la bocca ad Artù, ed un preservativo al ragazzo dietro, che lesto lo indossa. Mi offro a gambe larghe aspettando le sue carezze… e uso la mia bocca per far godere il cornuto. Prima di farlo mi volto verso il ragazzo che, non sapendo cosa fare, è fermo dietro di me, e con un sorriso: – Dai, scopami tu ora! – dico decisa.
Lui sembra non aspettare altro e con un colpo entra. Da parte mia, solo un “ohhhhhh” soffocato quando mi sento penetrata a fondo. Inizia a trombarmi.
– Si, dai! scopami, più sù! – chiedo: – fai vedere al cornuto come si fa a scopare una troia!
Che scena, tutti sono sovreccitati, Giorgio non riesce più a trattenersi e, mentre lei lo risucchia avidamente, le riversa in bocca, schizzo dopo schizzo, tutto il frutto delle sua eccitazione…che lei…beve, rumorosamente continuando a trattenere il membro in bocca.
In quel mentre, dalla salita che porta allo spiazzo, la luce dei fari di un’auto rompe l’ oscurità del cielo sopra le nostre teste. Nemmeno il tempo di realizzare, e una macchina sbuca dalla salita, fa il giro dello spiazzo illuminandoci a giorno e torna giù.
Luana ora, con un cazzo in bocca, e l’altro in fica, si stava sgrillettando, furiosamente. Il suo corpo brilla sudato ed illuminato dai fari è uno spettacolo, e mentre si gode quel duplice rapporto ben presto ha un altro lungo orgasmo, continuando a succhiarmi, come se il mio membro ormai ammosciato fosse un delizioso ciucciotto.
Dopo che anche il ragazzo termina, soddisfatto la mia eccitazione, esce, toglie il preservativo e mi viene abbondantemente sulla schiena.
Lei si ripulisce la schizzata con la camicia del marito, ci rivestiamo in silenzio e in silenzio si svolge il tragitto di ritorno. Giunti a destinazione, prima di scendere, il ragazzo ci saluta, aggiungendo:
– Grazie, è stato fantastico. Spero che sia piaciuto anche a voi e che ci si possa rivedere. –
Noi lo salutiamo e riprendiamo la direzione di casa. Ancora silenzi in auto. Lei è assente, sia come Luana che come Milly. Solo Giorgio con i suoi pensieri.
Ha qualche domanda da farle, sapere se le è piaciuto ma è indeciso se deve rivolgerle a Luana o a Milly. Quella che non ha mai… ingoiato prima il seme di altri, e che fino ad ora non aveva avuto che il mio cazzo è Milly; ma come posso chiederle spiegazioni se a farle sesso così intenso è stata Luana?
C’è un granello di sabbia nel meccanismo, e bisogna trovare il modo di eliminarlo. Con la coda dell’occhio vede che lei, stanca, si è addormentata sul sedile. Il viso rilassato e sorridente. A casa, dopo che è stata in bagno, un bacio sulle labbra dicendo: “Buonanotte, Milly amore mio.”
Le nostre ferie non potevano essere migliori. Ci possiamo dedicare tutto il tempo, solo per noi. Non torniamo nel locale e nel parcheggio per almeno una settimana. Restiamo spesso a letto a coccolarci. Sessualmente ci bastiamo, appagati e felici come un tempo. I giorni successivi di mare trascorrono nella più assoluta normalità. Quando non scopiamo, Milly si abbronza sul terrazzo, o va al mare. Io invece se posso evito, prendere il sole non mi piace.
Al mare lei, oltre ad incrementare la già notevole abbronzatura, partecipa a lezioni di aerobica, e chiacchiera con la vicina di ombrellone, la Maria.
La nostra vita sessuale è, tutto sommato, nuovamente soddisfacente. Non “evochiamo” la nostra parte oscura e le nostre recenti avventure erotiche. Da parte mia ne “subisco” ancora la positiva influenza, e sospetto che lo stesso avvenga anche a lei. Luana sembra sparita. Milly è felice. Giorgio pure.
Non accenniamo mai al recente passato, ma qualche sera, in altre balere, passate a ballare in mezzo ad altri uomini, locali o discoteche, sembra che il suo l’interesse per il ballerino, suo compagno del momento, ecceda il normale affiatamento. Una sera l’ho anche casualmente sorpresa, appoggiata alla ringhiera della veranda all’aperto, parlare fitto con un ragazzo giovane molto, molto vicino a lei. Sembra uno del gruppo degli altri due, forse si sono sparsi parola sulle nostre abitudini.
Di quelle avventure non parliamo, anche se i suoi…effetti rendono più effervescente la nostra vita carnale. Una sera, durante un 69, le vengo in bocca e lei, diversamente dal suo solito, si fa notare che si pulisce e svuota sul lenzuolo il mio seme. Trattando Giorgio come uno portato a letto per caso. Un’ultima volta lei soddisfa le mie voglie in modo apatico senza partecipare attivamente. Sembra rimarcare la nostra vecchia vita, come stufa del solito Giorgio. Che mi voglia far capire che è tempo di rievocare Arturo e Luana?
Giorgio prova a parlarle.
– Che succede, le chiedo, non mi sei sembrata partecipare, hai qualche problema? Mi fai stare a bocca asciutta come facevo io con te prima di trasformarci?
– Sai, ci ho pensato, ci ho pensato molto, ho riflettuto a quello che è successo questo ferragosto…- e si interrompe.
– E? – la incoraggia a proseguire. Milly parla a testa bassa, vergognosa:
– E…forse è meglio smettere ora, prima di arrivare ad esserne schiavi.-
– Beh, io non rinnego nulla, e mi eri sembrata soddisfatta.
– Sì ma, vedi, non è solo quello, è il pensiero di tradirti, le voglie di libertà che inizio ad avere e…beh, questi desideri strani che non so. Prima ero diversa. Mi spiace se ti deludo, ma vorrei almeno più tempo per rifletterci seriamente. Non so se continuare, resistere o chiederti di continuare, sai, ora sono sul punto di supplicarti di farmi scopare ancora da altri! – Ma resisto.
La guardo e attendo il resto che so si tiene dentro.
– Vedi, quando è arrivata quella macchina. Ecco. Mi piaceva essere vista. Questo mi terrorizza. Ho una paura folle di essere Luana. Non è successo niente, per fortuna. ma i giorni dopo a mente fredda io ho iniziato a rimuginare e a riflettere sui rischi che si possono correre. Se quella macchina fosse stata della polizia? Ti immagini i titoli sui giornali? “Moglie e marito sorpresi durante un’ orgia”…e robe così. Meglio esser prudenti. Sapevamo e sappiamo che quel…gioco è piacevole solo se lo si fa liberamente e convintamente. Ma ho bisogno di essere più sicura di sapermi controllare. Non potrei viverlo diversamente. Per contro Luana mi tenta. Le sarebbe piaciuto che con l’auto arrivassero altri maschi, e mi sono fatta paura da sola, mi capisci? E ora, incidente chiuso. Uffa!
– Ma come vuoi tu, LUANA !!!
Milly guarda Giorgio, sorride e si travolgono con un appassionante e lascivo lungo bacio. Questa è la risposta che attendevamo. La miglior risposta.
Va in bagno e ne esce completamente nuda. E’ una serata caldissima, perciò lasciamo aperta la porta del terrazzo, con la luce accesa. Fa un rapido giro completamente nuda in terrazza, vedo che prende aria a pieni polmoni, e ritorna sculettando verso il letto, dove l’attendo.
“Tremate maschi, Luana la succhiacazzi è tornata!”
Da fuori potrebbero vederci, ma non le importa. E’ luna piena e la mia figura si stagliava contro il chiarore lunare. Sale sul letto e, senza dire una parola, mi toglie i corti pantaloncini del pigiama, e lo prende in bocca. Io la accarezzo e la trovo calda, rorida di umori. La invito con una leggera, gentile pressione sulle spalle a stendersi e mi insinuo fra le sue gambe aperte. Entro in lei lentamente, sento le sue vibrazioni, le sue contrazioni che accompagnano il mio penetrare in lei.
Mi abbraccia stretto, mi cinge i fianchi con le gambe, mi attira, come se mi volesse tutto in lei. Sento che viene scossa da un orgasmo improvviso, fulmineo, ma capisco che non è quello che la può soddisfare, quindi continuo, ed ora la mia azione è costellata da suoi “sì…sii…dai Artù siiii” ripetuti, quasi ininterrotti. Poi, con un ultimo, quasi urlato “SIIIIIIIII Arturo” solleva le gambe e ha un altro intensissimo orgasmo che s**tena anche il mio, troppo a lungo trattenuto.
– Arturo, come mi fai godere!
Il tempo di riprendere fiato e mi sciolgo dall’abbraccio. Sto per scendere dal letto per recarmi in bagno, ma lei lo afferra per un braccio…
– Resta qui, – sussurra.-
Mi stendo al suo fianco e lei…
– Vuoi che parliamo? –
E’ inutile che specifichi l’oggetto della conversazione.
– Ma certo, cara – rispondo.-
– Però, per piacere, ascolta fino in fondo senza interrompermi…prometti? –
– Va bene, prometto.-
– Ecco, quel che ti ho detto finora è tutto vero. Sono felice di questa piega e di averti fatto cornuto consapevole e contento. Però…però non ti ho detto tutto, e non l’ ho fatto perché pensavo, speravo che le nostre…avventure fossero terminate, e non avrebbe avuto senso…ma ora, è necessario che tu sappia… cos’è successo questa settimana, mentre ero giù in spiaggia senza te.-
Fa una breve pausa per riordinare le idee.
– Come ti ho già detto, quando sono stata in spiaggia da sola, ho visto che una coppia, la nostra vicina, che andava a fare il bagno con un nuovo compagno; e che in acqua amoreggiavano, e io li ho seguiti nascondendomi sulle rocce a curiosare, ma mi tenevo in disparte. Però, quando ho visto che stavano arrivando a nuoto altri due uomini, per non farmi vedere sono scivolata dietro ad uno scoglio. Ero lì, in piedi, nascosta, e guardavo quel che succedeva. Per farla breve con lei nell’insenatura protetta dagli scogli facevano sesso in tre! Con Maria, la conosci anche tu. Assorta dalla scena, li guardo ipnotizzata, sento poi una voce maschile, alle mie spalle, dire: “che spettacolo”. Mi volto: è un uomo sulla cinquantina, basso, con la pancetta. Indossa uno slip blu. Difficile non vederli, e non gustarsi quelle scene. Non voglio che riveli la mia, nostra presenza: metto una mano a traverso alle labbra, invitandolo a tacere, mentre con l’altra mano gli faccio segno di abbassarsi. Non so se fraintenda, ma invece che limitarsi ad abbassarsi mi viene a fianco, non proprio incollato, ma abbastanza vicino da esserci reciprocamente a portata di mano. Stranamente, sono tranquilla, non provo ansia, né timore. Forse sono intimamente preparata, anche se non voglio ammetterlo, a un mio coinvolgimento sessuale. Quel che è sicuro è che quel che vedo non mi lascia indifferente. La donna che osserviamo è totalmente a suo agio, nelle mani di quegli uomini. Mentre viene scopata succhia, usa le mani… partecipa, insomma…è eccitante. Con la coda dell’occhio, cercando di non farmi vedere, osservo pure il mio vicino. Sopra lo slip si sta accarezzando un grosso gonfiore. Mi lancia un’occhiata e, forse rassicurato dalla mia indifferenza, e dalla complicità, si abbassa gli slip. Ora lo vedo, e lo guardo meglio: è veramente dotato, grosso…lungo e duro…provo l’ impulso di toccarlo, ma mi trattengo. Lui comincia a masturbarsi, lentamente, e il…il cazzo si fa ancora più grosso. Ora non gli lancio più occhiate di nascosto, ma guardo alternativamente quel che si svolge al di là dello scoglio e quel che sta facendo il mio vicino. Vorrei…vorrei, quante cose! Vorrei: vorrei toccarlo, prenderlo in bocca, vorrei masturbarmi pure io ma non faccio niente: penso che tu non ci sei, non mi vedi e non ne vale la pena, me ne sto appoggiata allo scoglio con le braccia incrociate sotto il mento. Ora lo ignoro e lui continua, incoraggiato dal mio atteggiamento mi posa la mano libera sulla nuca e, visto che non mi oppongo, inizia una lunga carezza lungo la schiena. Ha una mano asciutta, morbida ma forte e finalmente arriva all’orlo del mio slip, insinua la mano sotto e mi accarezza il culo. Io sono in uno stato di eccitazione sospesa. Ora, il gruppo che sta scopando, sento uno dei maschi dice che è una vacca, che ha la fica larga, che non sente niente; si toglie e, con un colpo solo glielo infila nel…culo. Lei intanto stava succhiando un altro, si volta e gli dice che è un bastardo, di sfondarla, di fare più forte…e cose del genere. Io mi scuoto dal torpore nel quale sono immersa: mi tocco sopra lo slip e lui insinua la mano fra le cosce, e io lo aiuto allargando le gambe e protendendo indietro il sedere. Sento il suo dito massaggiare gentilmente l’apertura delle labbra e non mi trattengo più: inizio a masturbarmi sopra la clitoride. Resisto alla tentazione di avvicinarmi a lui, di toccarlo. Non lo faccio, ma se fosse lui a chiedermelo, o a farmi capire che lo vorrebbe…lo farei, non ho dubbi. Lui però continua a toccarmi delicato e a masturbarsi.
Io mi dico, mi ripeto come un mantra “dai, forza, Milly, cosa aspetti? fatti avanti, non fare la scema… ma non sono Luana, e poi tu non ci sei ad evocarla, come faccio?!!” Per fortuna mi toglie lui dai problemi: aumenta il suo ritmo e viene e viene e viene e sborra contro lo scoglio. Poi, con una affettuosa pacca sul sedere e un allegro: “ciao, bella, è stato un piacere!” si sistema e sparisce fra gli scogli.
Io sono attratta dalla pozza del suo sperma che si è fermata in una piccola concavità della roccia. Guardo ancora verso l’orgia e fantastico di immergere le dita in quel liquido denso, di passarmi la mano sul viso, sui seni, mentre continuo a masturbarmi e godere…e godere. Finalmente, anche gli altri smettono di dare spettacolo e si tuffano a nuotare. Maria si lava e viene verso riva.
– Dove sei Milly? Fatti vedere…è tutto finito, non c’è più nessuno. –
Io sto per salire sullo scoglio, ma mi accorgo che ho lo slip abbassato. Lo sistemo ed esco allo scoperto. Maria torna a terra, si infila il costume e mi dice che è meglio andare, è stufa di fare il “bagno”. Poi mi chiede cosa ho visto e se mi è piaciuto. Io le dico che no, che mi sono seduta sullo scoglio, che ho fatto quattro chiacchiere con uno sconosciuto e non ho visto niente.
Non so se lei ci creda, ma non fa commenti.
Una brevissima pausa e: – Ecco…sentito che troia, la tua mogliettina? Ho un po di timore di quello che posso diventare.
Mentre scopavamo noi due, stavo rivivendo anche tutto questo, ed ero eccitatissima. – Non sempre sono Luana, a volte sono una puttana anche come Milly, temo di non trattenermi.
Certo, non posso negare che il suo racconto mi abbia colpito. Non so cosa rispondere.
– Allora….ti faccio così schifo che nemmeno mi rispondi? –
Deve recuperare, e in fretta, allora Giorgio dice: Non aver paura. Sono con te, Milly o Luana. No, cara, ma cosa dici…ma quale schifo, stai scherzando? Mi hai detto di stare in silenzio…
– E quindi? –
– E quindi…sei meravigliosa, una super donna, una super femmina. –
– Grazie ma…hai capito perché te l’ho ho raccontato? –
– Ma sì…certo, e posso dire che me l’ aspettavo, visto anche certe…situazioni in discoteca. –
– Dillo, allora, quel che hai capito…-
– Ho capito che vorresti più libertà, più esperienze. E pure che è finita la pausa di riflessione e che hai deciso di…riprendere a giocare come Milly e come Luana.
– Giusto, e ora tocca a te, decidere. Dopo quello che ti ho appena detto, lo vuoi anche tu? –
– Ma certo che lo voglio…non vedo l’ ora. Non essere gelosa, ma un po’ mi è mancata… sia Luana che una Milly più intraprendente. Non hai che da chiedere. E tu, non sei più spaventata dall’idea di essere una Luana indipendente o…diventare come Maria la vicina? Di essere porca? O sei invidiosa di quelle che si divertono? Ti senti insoddisfatta? Dimmi ti manca il sesso anale?
– No. Quello proprio no, lo sai. mi fa schifo anche a guardarlo, preferivo vedere il segaiolo.
Maria è una mia amica. Ma preferisco che non sappia che anche noi stiamo…scoprendo questo mondo. Ma, dimmi – prosegue – tu sei d’ accordo, sei…pronto a interpretare, a vivere il tuo…ruolo? –
– Cioè? Spiegati! –
– Beh…inevitabilmente quello del compagno consenziente. –
Noto, che mi ha definito “compagno”, e non marito cornuto.
– Finora lo sono stato…consenziente e ho anche apprezzato molto… come Arturo soprattutto.-
– Sì – mi interrompe – ma, vedi dopo l’episodio che ti ho raccontato, penso che non puoi essere solo tu ad…evocare Milly, ma che è necessario, inevitabile che lo possa fare anche io, e diventare Luana autonomamente e senza nemmeno chiedere il tuo consenso. Posso? –
La situazione ha preso una improvvisa accelerata.
– C’ è qualcosa che vorrei chiarire. Vorresti evocare Luana senza Arturo? Significa che non lo escludi? Preferirei di no, vorrei sempre esserci, ma se a te fa piacere acconsento. Fai come ti senti, basta che torni e mi racconti, che resti con me. Cercherò di essere contento anche come Giorgio, basta che poi ti confidi ad Arturo!–
– Certo. Significa che fin ora lo ho escluso pure io. Però significa anche che non posso sapere cosa può succedere in futuro. Come non posso escludere che questo…gioco possa concludersi in qualunque momento.
–- E quindi, riguardo al mio ruolo? Cornuto guardone e contento?–
– Ecco, se io posso scegliere autonomamente di avere delle…avventure, è chiaro che il tuo ruolo è quello del…cornuto. Ti senti pronto? Ti senti tanto sicuro di TE, da poter assumere questo ruolo nei nostri…giochi? Saresti disposto ad essere cornuto anche assente? Lasciarmi il guinzaglio più libero, più libertà alla tua cagna?–
– Mi sento pronto? Non lo so ma sono pronto a provarci, almeno. Sono d’ accordo, anche io pensavo che c’era qualcosa da…precisare, per esempio…-
Vorrei sapere, dopo l’incontro con i primi due ragazzi avrei voluto qualche chiarimento, fare un paio di domande, ma non sapevo se farle a te, che avresti potuto dirmi che non c’entri con quel che fa Milly, o a lei, ma sapevo già la risposta.-
– Prova a chiederlo a me…-
– Ecco, non mi aspettavo che, come dire, che avresti bevuto il liquido, e al secondo sconosciuto l’hai fatto, ti è piaciuto? Lo hai trovato tanto diverso dal mio? Sei libera di farlo, ma sono davvero curioso di conoscere i particolari.–
– Si. Non so che dirti, non avevo certo programmato di…ingoiare…l’ ho fatto così, naturalmente, forse proprio per assaggiare un gusto proibito diverso. Anche per provocarti, visto che mi fissavi a bocca aperta. Del primo avevo solo assaggiato appena l’orgasmo, mi è venuto in bocca, ma l’ho sputato. Del secondo me lo sono proprio goduto fino in fondo, e so che piace anche a voi maschietti. Ho voluto inghiottire tutto. Assaporare. Strano, ma gustoso. Come a volte mi piace il tuo. Sai, nemmeno il tuo è sempre uguale, sempre gradevole. E quando mi sono venuti in bocca ho provato una cosa nuova pur simile a quando lo faccio a te. Diciamo che, come se invece del solito vino avessi ordinato un liquore diverso, e mi è piaciuto. – Invece il sesso completo, pur con il guanto, non è stato molto diverso, anzi ero un poco terrorizzata, tesa, ma vorrei riprovarci. anche senza protezione. Non mi sento del tutto appagata, erano ragazzi inesperti e mi piacerebbe farlo con uno più dotato, se possibile, fare altre esperienze, e mi faccio paura. A questo punto ci baciammo, con passione. – Sei pronta Luana? – Si, Artù.
Restiamo abbracciati, guardandoci fissi negli occhi.
-Si. Vado a cambiarmi e andiamo al mare, vorrei fare come Maria, che ne dici!
– Nulla…ho risposto senza pensarci. Mi va bene. Solo non volevo perdermi il resto. Perché ti faresti scopare ancora?.
– Si certo che mi farei scopare ancora. Ho un’eccitazione incredibile, una voglia di … Però ti confesso che non averti lì con me ieri mentre i quattro scopavano, e avevo un cazzo vicino, mi ha fatto sentire ancora più troia. Sento di essere un frutto maturo ad altre esperienze. Mi sono lasciata andare maggiormente…. insomma…. non mi sono mai sentita così tanto puttana. Non so se quando verranno altri a scoparmi vorrei che fossi sempre presente oppure no…. devo pensarci. Anche perché quello che ho sentito è stato oltre ogni limite. Magari tu non lo avresti permesso ed io penso che avrò ancora voglia di ripeterlo. Lo farò per te, ma ti assicuro che Luana ha svegliato in me cose che non avrei mai immaginato. Vado a prepararmi.
Il vestitino rosso che indossa è talmente corto che, dal basso, si vede chiaramente il triangolo nero dello slip che indossa. L’abito è smanicato, si ferma poco sopra il seno, e sulla pelle spiccano le fettucce del reggiseno, legate dietro il collo. Quando arriva alla mia altezza noto il trucco, pesante, con labbra dipinte di un rosso carminio acceso, che Milly non userebbe nemmeno in occasione di qualche serata importante.
Io sono già pronto e avevo preparato il caffè nella tazzina e glielo porgo.
– Bevilo tu, Ciccino, io non voglio sciupare il rossetto.
“Ciccino”? a me?..quindi ora lei è Luana…ma IO chi sono?
Noto il borsone che ha posato a terra.
– Come mai? – chiedo mentre lo afferro – non abbiamo già abbastanza roba in cabina? –
– Nella cabina di Milly sì. Ma io non voglio andare negli stessi bagni. Arturo, cerchiamone uno nuovo, lontano da qui.-
Bene, a quanto pare anche Luana dà prova di maturità, almeno per ora. Breve sosta al nostro parcheggio, è mattino, ma purtroppo nessuno ci vede ed il pompino è soddisfacente! Me lo bevo tutto, soddisfatta mi lecco le labbra. Poi percorriamo più di 30 km, prima di trovare quel che cerchiamo: uno stabilimento di un certo livello, con cabine ampie in muratura che, a giudicare da quello che possiamo osservare dal muretto soprastante, sembrano anche abbastanza ampie. Mentre siamo alla cassa per pagare, nello stretto corridoio soffia una folata di vento che solleva il già ridotto orlo del vestito. Posso così constatare, insieme alle persone in coda dietro di noi, che quello che indossa Luana non è uno slip, ma un ridottissimo perizoma. Ci viene consegnata la chiave e troviamo facilmente il nostro spogliatoio. Situato nel corridoio fra due serie di cabine gode, per il momento, dell’ombra del muraglione che la sovrasta.
All’interno, come mi aspettavo, è abbastanza spaziosa da poterci cambiare assieme senza infilarci reciprocamente i gomiti nelle costole. In realtà chi si cambia sono solo io. Lei si limita a togliersi il vestitino sotto al quale ha già indossato il costume. All’esiguità del perizoma corrisponde l’esiguità del reggiseno, che copre i capezzoli e poco più. La vicinanza del suo corpo, in quell’ambiente, mi provoca un inizio di erezione. Lei se ne accorge e, con un sorrisino malizioso:
– Dai, Ciccino (ancora!), sbrigati a mettere il costume. –
Dal borsone estrae un corto pareo bianco trasparente con ricami in oro e lo indossa sopra al perizoma. Milly non avrebbe mai indossato un capo con fregi o ricami dorati. Anche questo segna una differenza con Luana. Aspetta che io mi sistemi il costume, usciamo e ci dirigiamo verso la scaletta, dove ad attenderci c’è il bagnino, che ci guida sulla spiaggia verso i nostri lettini con ombrellone.
Lei subito toglie il pareo, sistemandolo fra le stecche dell’ombrellone, poi stende il telo da spiaggia sul lettino e si siede sul bordo, quindi slaccia il top, lo toglie e infine si sdraia.
Le sue manovre non sono passate inosservate. Specialmente un uomo maturo e un ragazzo di poco più di venti anni sembra che non possano fare a meno di fissarla, pur dissimulando l’interesse fingendo di dormire con la testa appoggiata sulle braccia.
Pochi minuti e Luana si alza. – Vado a fare una nuotata.
– Aspetta, vengo anch’ io .- Rispondo senza considerare che non stia cercando refrigerio.
– No, Ciccino (e dagliela), oggi preferisco andare da sola. –
Io, per darmi un tono, prendo il cellulare e fingo di leggere e inviare messaggi, ma non mi sfugge che l’uomo anziano si è a mia volta alzato e, con fare indifferente, si avvicina alla battigia. Anche lei lo ha notato: entra in acqua fino all’altezza del polpaccio, si ferma e si china ripetutamente a raccogliere con la mano acqua con cui si bagna braccia e spalle. Così facendo, gli offre in primo piano la visione del culo rotondo e sodo.
Poi si tuffa e fa qualche bracciata verso il largo, si ferma e riparte finchè scompare alla mia vista dietro una barca ancorata. Come era facilmente prevedibile, il tipo la segue di poche bracciate e anche lui viene nascosto alla vista dalla barca.
E’ inutile che continui a fingermi indaffarato con il telefonino; guardo verso la barca e vedo un altro nuotatore che si avvicina velocemente, poi si ferma, sostenendosi alla poppa e osserva qualcosa di evidentemente interessante. Trascorre poco tempo e vedo Luana spuntare da dietro il natante e nuotare verso la riva. Raggiuntala, si dirige velocemente verso i nostri lettini, infila il top, recupera il pareo, lo indossa e, con un allegro sorriso risponde alla mia muta domanda.
– Tutto bene, Ciccino, ora vado in cabina… tu è meglio che aspetti qui, se vuoi vieni ma restane fuori ! –
“Certo, ti aspetto qui Luana.” Penso prima di stendermi a pancia in giù, fingendo di dormire, ma spiando le mosse dei due tipi che vedo ben presto, prima il più giovane, seguito a pochi passi dal più anziano, salire la scaletta e dirigersi verso il corridoio dove si trova la nostra cabina.
Sono come anestetizzato, senza emozioni: so che mia moglie (anche se indossa le spoglie di Luana è sempre mia moglie) è in cabina e fa sesso con due uomini e la cosa non mi crea particolari emozioni, se non un’erezione. E’ come se stessi guardando un film in cui l’ attore (io) aspetta che la moglie torni dopo essere stata…goduta da due perfetti sconosciuti.
Forse mi assopisco veramente, o forse il tempo passa in fretta.
– Giorgio Tesoro, dormi? Io mi sbatto e tu non vieni nemmeno a vedere? Ti avevo lasciato la porta aperta apposta! Dai, alzati che ci vestiamo e andiamo a mangiare in un posto super.
Ho una famona!!!-
Apro gli occhi. Lei è lì accanto, con indosso un castigato bikini. Mi alzo di s**tto e ci dirigiamo verso la scaletta. “Dunque – penso – mi ha chiamato tesoro e non ciccino, ha detto di avere famona e si è cambiata costume, quindi, ora, lei è Milly, senza dubbio.
In cabina ci spogliamo per cambiarci, e non resisto alla tentazione di abbracciarla, di accarezzarla. Ora voglio sapere.
– Milly. Cara, non mi dici niente? –
– Di che?-
– Ma di prima, di quello che è successo in questa cabina…-
– A me non è successo proprio niente…forse dovresti chiedere a Luana.-
E va bene, se questo è il gioco, giochiamo.
– Luana, dai, mi dici cosa hai fatto prima in cabina? –
– Secondo te, Ciccino? Ho fatto la troia con due tipi, tutto qua, niente di eccezionale. –
– Questo lo immaginavo, ma in pratica, cosa avete fatto? –
Continuo a toccarla, a carezzarla dappertutto.
– Mmmmm, ora me ne hai fatto venire voglia. Te lo dico mentre me la lecchi e mi fai godere.-
Si siede su una poltroncina in plastica, allarga le gambe fino ad appoggiarle sui braccioli, offrendo alla vista il sesso umido e rosso di piacere. Io mi inginocchio su un telo arrotolato ed inizio a baciare, a leccare, a succhiare mentre lei racconta.
– Dunque, appena mi sono fermata dietro alla barca, mi sono sollevata con le braccia al bordo; in quella posizione, le tette erano fuori dall’acqua, e, subito, è arrivato quello più anziano. Gli sorrido. Senza dire nemmeno una parola mi ha messo le mani addosso. Mi toccava le tette, mi strizzava i capezzoli, poi è sceso giù, ha scostato il perizoma e ha iniziato a toccarmi la fica. Poi mi ha preso la mano e mi ha fatto toccare il suo uccello. Intanto era arrivato il ragazzo, che stava lì a guardare senza fare niente. Allora ho preso l’iniziativa: gli ho detto il numero della cabina e gli ho detto di aspettare due o tre minuti, prima di seguirmi.
Appena arrivata in cabina mi sono spogliata. Quando ho sentito bussare come d’accordo ho aperto e socchiuso la porta, il primo è entrato, ma non pensavo che fossero in due. Comunque, li ho fatti entrare. Subito, l’anziano ha ripreso a toccarmi, poi mi ha fatto sedere su questa poltroncina, in questa stessa posizione che hai adesso e si è tuffato a leccarmi. Il ragazzo si è avvicinato, di fianco: si era tolto il costume e aveva il cazzo durissimo, tanto che quasi toccava l’ombelico. L’ho preso in bocca; nemmeno il tempo di gustarlo un po’ ed è subito venuto.
– E…tu? – non posso fare a meno di chiedere. –
– Io? L’ ho ingoiato come faccio sempre. Era tanto, buono, caldo. Intanto l’altro continuava a leccarmi, mi infilava la lingua nella fica, una lunga lingua che mi leccava, succhiava, mi piaceva…e…Ciccino, lecca meglio anche tu, se vuoi che continui.-
Faccio del mio meglio e lei apprezza; si muove sulla poltroncina per farmi capire dove vuole essere leccata, mentre prosegue il racconto.
– Il tipo ci sa fare: mentre non smette di leccare infila un dito, e poi l’altro-
Dunque, lui infila le dita, piega la mano infilandone tre, muove la mano come un ginecologo e ho un orgasmo tanto violento che quasi cado dalla sedia.-
Imito il racconto di Luana, che geme, dopo aver goduto anche con me che ripeto la manovra mi accarezza la testa.
– Bravo, Ciccino, bravo, sei stato proprio bravo.-
Ormai mi sto abituando al “Ciccino”.
– Senti, Luana, Ciccino avrebbe qualcosa da mostrarti.-
Mi alzo e lei può vedere la mia erezione.
– Vuoi godere adesso? Credevo che volessi sentire la fine del racconto.-
Sembra quasi che si diverta.
– Ma certo che lo voglio sentire.-
– Va bene, ma non vuoi leccarmi ancora un po’?-
Torno ad inginocchiarmi e mi abbevero dei suoi copiosi succhi asprigni.
– Dopo che ho goduto, il tipo mi ha fatto inginocchiare sulla sedia, mi è venuto davanti e me l’ha messo in bocca; era più grosso e lungo del giovane, ma non ancora del tutto duro, ma dopo un po’ che glielo succhiavo lo è diventato. Mi ha messo a pecora, ed è passato dietro e, dopo aver detto al ragazzo di prendere il suo posto a farselo succhiare, ha ricominciato a leccarmi per entrare prima con un dito, e poi con due. Ha anche tentato di infilarlo, ma non ci riusciva; non era abbastanza rigido e non mi entrava.-
Mentre mi racconta la scena se non faccio qualcosa rischio di scoppiare. Mi rialzo e, in quella posizione ho l’uccello giusto giusto all’altezza della mia calda, umida fichetta, e scivola dentro come chi conosce bene la strada.
– Vedi invece questo come entra bene? –
– Ciccino, era ora, mi chiedevo cosa stessi aspettando; scopami, scopami bene, fammi godere ancora. –
Io voglio sapere come va a finire.
– Non riesce a penetrare…e poi?-
– Poi, quando ha visto che il ragazzo nella mia bocca era tornato duro, gli ha detto di mettermelo lui dentro per allargarmela – parole sue – me la sfondava dopo con il suo cazzone. Il ragazzo aveva il cazzo più piccolo, ma nuovamente durissimo. Non era molto esperto, aveva movimenti scoordinati. Io mi toccavo, e sono riuscita a godere ancora, visto che mi stantuffava con forza e vigore. L’anziano, a cui continuavo a succhiarlo, si è eccitato, vedendomi scopata da quel ragazzo. Io aspettavo che ne prendesse il posto ma lui non è riuscito a resistere e, mentre il ragazzo aumentava il ritmo lo ha fatto anche lui, scopandomi la bocca, ed è venuto, tutto in bocca, appena due o tre schizzetti densi, seguito dal ragazzo che mi ha riempito il ventre col suo caldissimo seme…. ahhh, mmmm ora…ora sto godendo ancora, ma tu non venire, non venire ancora. sììì – Dopo aver goduto assieme ci rilassiamo.
– Luana, sinceramente, dell’avventura senza di me che mi hai appena raccontato, ti è piaciuto…tutto? Preferivi se venivo a guardarti?-
– Ma certo, Ciccino, tutto tutto, però ho goduto di più con te che con quei due, mi hanno un pochino deluso. – E sinceramente, sia a Luana che a Milly piace di più se tu ci guardi.
Una piccola pausa, poi: – Però mi è piaciuto ugualmente. In fondo questa volta ho preferito essere libera. E ora, tesoro, andiamo a mangiare?-
Sì, andiamo. Nel borsone ha un ricambio, e ora indossa una sobria ma elegante gonna blu e una blusa scamiciata bianca.
Cerchiamo un ristorante di pesce della zona. La scelta si rivela azzeccata e gustiamo un pranzo imperniato sugli scampi pes**ti nella notte e che ancora si muovevano.
Sulla strada del ritorno, mentre lei canticchia soddisfatta.
– Amore, ho tante domande che richiedono una risposta, da Milly o da Luana.-
– Va bene, avanti, basta che quella dell’interrogatorio non diventi una brutta abitudine, però.-
– No, ti assicuro di no, ma siamo solo agli inizi e ho ancora bisogno di avere le idee ben chiare, per comportarmi nel migliore dei modi.-
– Ok, vai avanti.-
– Dunque, la prima domanda è: quanto grosso lo aveva il vecchio per non riuscire? Eri tu stretta o lui troppo moscio?
– Dovresti chiederlo al vecchietto; forse era davvero troppo moscio. Forse si è accorto che io – io Luana- ho ingoiato lo sperma del ragazzo e ha pensato che sono una troia e allora, tanto vale farsi fare bene il pompino. Comunque, ti confermo, pur se vecchio mi è piaciuto succhiargli il seme denso e amaro.-
– Come vuoi, ma vuoi dirmi se… Luana vuole ancora imitare Maria, la che cambia uomini di continuo?-
– No, perlomeno consciamente, no. Però il suo esempio e quello che mi racconta hanno avuto la loro importanza nell’influenzare il comportamento mio e di Luana. Ora comincio a pensare che se ci si libera, o almeno si cerca di superare tutti i condizionamenti subiti fin da piccoli da parte della famiglia, della religione, della scuola e dell’ambiente sociale, fra l’uomo e la donna il sesso, il sesso senza sentimento sia un qualcosa di assolutamente naturale e, quando si è consenzienti, anche così piacevole. Meglio a volte delle costrizioni di coppia. Ma molto meglio se la coppia è come la nostra, unita ed aperta!-
– Hai detto che Maria ha influenzato anche il tuo, tuo di Milly, comportamento?-
– Sì, è così: se non mi avesse raccontato le sue avventure, se non me le avesse descritte e mostrate in termini così entusiastici, e se non avessi verificato l’armonia e l’amore che regnano nella loro convivenza di coppia aperta, non avrei fatto niente di quello che mi chiedevi.-
– Ma non avevi paura, da sola in cabina con quei due? –
– No, per niente, e non ne avevo nemmeno quel giorno sugli scogli, non ne avevo nemmeno mentre quello mi toccava e si masturbava, e non ne avrei avuta nemmeno se avessi deciso di partecipare a quella specie di orgia. Quanto ai due di oggi, volevano sesso, Luana anche, quindi non c’era alcun motivo per aver paura, anche se non era previsto che fossero in due. Luana aveva dato il numero della cabina solo a quello più anziano, che a mia volta ha invitato il ragazzo. Sarà uno di quelli che si eccitano di più a guardare. Come te. Pur se come maschi sono stati deludenti, io mi sono divertita.
– E…- provo a farle un’ altra domanda.-
– E no, per oggi basta con queste analisi. Sappi che finora è stato tutto bello, positivo, tutto piacevole, tutto eccitante sia per Luana che per…me. Ma tu, piuttosto, cosa pensi di questa situazione? –
Non mi aspettavo la mia domanda.
– Cara, e me lo chiedi? Mi sembra di vivere in un sogno, e vorrei che tu continuassi, sperando di trovare maschi degli di te! – riesco a dire, senza però specificare che spero che il sogno non si trasformi in un incubo.
Era arrivato martedì. Quella sera ci fiondammo alla solita discoteca trascurata da troppo. Forse arrivammo troppo presto. Era semideserta, girammo per i vari tavoli, e ci sedemmo al solito divanetto. Ad un certo punto vedo Artù sorridere, arrivano i nostri primi due amici seguiti da latri due.
Erano venuti a cercarci, tristi di non vederci prima, e alla fine dissero di essere al mare per gli ultimi giorni.
Dissi: – Allora devo salutarvi come meritate! Artù, chiama Giorgio a vedere lo spettacolo! Dobbiamo fare l’ultima pazzia, qui in discoteca! Perché non andiamo tutti nei bagni?
Giorgio come inebetito vide Luana andare verso la scaletta dei bagni, seguita dai quattro. Quando scese per ultimo trovò subito Luana già in ginocchio con due cazzi in bocca, e altri due in mano. La scena era sua, si spogliò nuda, lì nei bagni degli uomini, facendo pompini. Poi a pecora si fece fottere e scopare a turno dai quattro e da altri tre uomini che passarono nei bagni.
Mentre Giorgio restava a guardarmi, segandosi, e sborrando per ultimo sul mio viso già pieno di sperma.
3) La puttana no!
Ne avevo presi talmente tanti e succhiato tanta sborra che per qualche giorno non avevo più voglia.
Scopavamo a letto noi due, parlando delle nostre avventure solo per scambiarci impressioni.
Dissi a Giorgio che forse avevo esagerato. Lui non ero d’accordo, ero stata magnifica.
– Magnicazzica forse la fica da mangiare piace a te.
– Solo la tua, e dopo avermi scopato bene ed essere venuto abbondantemente dentro, si chinò tra le mie gambe a leccarmi languidamente.
– me la leccheresti così dopo che ho scopato con un altro? Chiesi
– No mai, tu non lecccheresti una donna, a me farebbe schifo leccare dove ha sborrato un altro….
– Non sai che ti perdi!
Così una sera mi disse:
– Voglio portarti fuori Luana, a cena, ma stasera te la devi pagare con il tuo corpo!
– Cioè?
– Voglio provare a farti fare la puttana!
– No mai risposi. Ma dai che ti costa? ribattè lui.
– Ok dissi, però cambiamo paese magari andiamo dove non ci conosce nessuno, così dopo una prima ritrosia (Luana che si sottrae a una situazione erotica?) e tanti dialoghi (finalmente parla e discute!) Arturo riuscì a convincerla.
Non stavo più nella pelle, avrei portato in giro mia moglie, anzi Luana, il suo alter ego, esibita come se fosse un trofeo di caccia, vestita come un puttanone per le vie della strada che porta al mare, vicino al solito parcheggio isolato. La mia preparazione fu lunga ma venne fuori un altra persona: capelli neri corvino lunghi (parrucca), ciglia finte voluminose, unghie alla francese, push-up, tubino nero a balze sul culo perizomato, autoreggente color carne, tacco 12 pitonata grigia, giubottino bianco di vernice lucido (ovviamente al suo guardaroba avevo provveduto pure io) sembrava di averla trovata su un sito di incontri on line. Pure io mi ero travestito, per non esser riconosciuto, con occhiali scuri come i suoi e barba finta.
Arrivammo sulla strada di passaggio a tarda ora (volevo che ci fossero + uomini e poche donne), lei in evidente imbarazzo non mi lasciava il braccio, io le sussurravo di rasserenarsi che non ci conosceva nessuno e che nessuno mai la poteva riconoscere conciata così neppure mia sorella. Tutti i ragazzi al nostro passaggio al suono dei suoi tacchi non le toglievano gli occhi di dosso, si sentì anche qualche fischio, io ero orgogliosissimo, ma non lo diedi a vedere anzi facevo lo stizzito.
Ci sedemmo poi nei tavolini esterni di un locale anonimo dove i pochi astanti si domandavano chi fossimo, un tipo sulla sessantina il classico cumendda milanese in vacanza con la felpa sulla camicia non le toglieva gli occhi di dosso.
Mia moglie, seppur nei panni di Luana non riuscì a recitare la mia parte, era a disagio, e solo dopo il terzo drink la vidi più rilassata e le chiesi se aveva notato l’uomo. Lei disse – “chi? il commendator?”
Scoppiamo in una fragorosa risata Luana era finalmente arrivata al ruolo.
-“Quello sta sbavando come un porco” mi disse
“Guarda ora eh” e così facendo accavallò le gambe mostrando il pizzo dell’autoreggente.
Il commendatore sobbalzò vistosamente.
E così visto che Luana voleva giocare, cominciai a giocare pure io, così le dissi che dovevo andare in bagno ed entrai nel locale, passando davanti al “commendator” gli feci cenno di seguirmi. E ci ritrovammo al bancone del bar interno.
-“guardi mi deve perdonare” disse subito il cumenda
-“ma mia moglie è uno schianto terribile” quasi per scusarsi
-“non è mia moglie ” dissi io mentendo spudoratamente
-“è un escort di professione che mi è costata ben 1000 euro per due giorni”
-“E la madonna” esclamò il cumenda
-“Ma siccome io sono stanco di lei e le devo ancora dei soldi” dissi io “gliela potrei cedere volentieri per la prossima notte, io davvero non posso farcela, mi ha prosciugato le palle!”
Non disse niente prese solo il blocchetto degli assegni e la penna.
-“No guardi, aspetti un attimo, facciamo così lei da a me 300 euro ora in contanti, io parlo alla signorina Luana, e se lei è d’accordo l’assegno finale da 500 euro glielo fa direttamente a lei dopo; va bene?
-“Va benissimo” disse il cumenda non credendo alle sue orecchie e tornai al tavolo. Non sapevo come dirglielo, menomale che nel frattempo mia moglie continuava a bere.
-“Luana ti devo dire una cosa”
-“dimmi Arturo”
Optai per una via molto diretta: -“sai chi ho incontrato dentro?
-“No amore chi'”
-“Il tuo commendator ”
-“e che vuole?”
-“ti vuole scopare, e pagando.”
Scoppiò a ridere e pensando che stessi scherzando rispose
-“A ma mi deve dare minimo 500 euro”
-“Guarda che te ne da 800” le dissi io -“Questo è l’anticipo” e tirai fuori i 300 euro in contanti.
-” il resto a cose fatte direttamente a te”
Calò il gelo per un attimo, poi si cominciò a farfugliare
-“Arturo io pensavo che stessimo giocando tra di noi”
-“si ma 800 € li vali, e mi sono davvero eccitato a venderti così”
-“ma c’è una certa linea che non va superata, non mi va di vendermi, nemmeno come Luana, fatti una sega! Ridagli i soldi, non voglio…”
-“ma dai, è vecchio durerà 20 minuti, 800 euro in 20 minuti dai! Poi non è la prima volta che lo fai, dopo mi racconti. Non volevi essere libera? … in più paga!”
– Preferivo farlo da sola, senza te che mi fai da magnaccia!
Un silenzio assenso seguì un altro cocktail mentre feci cenno al commendatore di avvicinarsi
-“Però mi raccomando che ho detto che lo fai di mestiere”
Quando le dissi così mi guardò male ma nel frattempo arrivo il commenda.
“Allora commendatore le presento la signorina Luana, Luana il commendator ”
“Siffredi Rocco, incantato” mi sovrastò “ma lei non aveva quell’impegno lì di cui mi parlava?”
Praticamente mi aveva sfanculato e mia moglie mi stava coglionando:
-“Vai Artù vai sono in buone mani”.
La prese sottobraccio e si avviò verso il parcheggio.
Non mi rimase che seguirla con lo sguardo, e dopo aver finito il drink, tornare all’appartamento, per aspettarla. Attesi a lungo.
Quando tornò all’alba, mi svegliò sorridendo, sfilando dal seno un bell’assegno.
– Indovina? Il commendatore ben 1000 € ha firmato.
E lo strappò in 4 pezzi buttandolo sul pavimento:
– Non lo faccio per i soldi, ma per mio divertimento.
MILLY