Le mie storie (89) prima parte
Le mie vacanze incominciano ufficialmente qualche giorno prima della fine di luglio. Come ogni anno, dopo essersi messi d’accordo, i miei genitori la sottoscritta e mio fratello si dividono i giorni da utilizzare per la casa al mare. A me toccano due settimane, le prime di agosto. I primi giorni con Carmine servono soprattutto a smaltire le tossine della città; mentre mi sto abituando alla vita di coppia sotto l’ombrellone, mi chiama mio fratello e mi chiede di poter ospitare Giacomo qualche giorno prima del suo arrivo. La notizia mi rende felicissima, mio nipote è una delle cose a cui tengo di più in vita mia. Oltretutto va anche d’accordo con il mio compagno, un po’ troppo per i miei gusti, visto che come lui apprezza molto il seno grosso. Ogni tanto li sento bisbigliare, ed alla mia richiesta circa ciò che si stanno dicendo, rispondono ridendo e sono cose da uomini. Ma non può andare così liscia come l’olio, infatti verso il 7 agosto mi telefona la moglie di mio fratello e dopo averla presa molto alla lontana mi chiede di poter ospitare sua sorella e la figlia per alcuni giorni, in attesa del loro arrivo. Conoscendo ciò che è successo nei mesi precedenti, la notizia non è che mi sia andata molto a genio inizialmente; poi però un po’ la curiosità di vedere quanto vere fossero le storie di mio nipote circa l’esuberanza eccessiva della zia, un po’ per capire se davvero Giacomo si fosse svegliato dalla sua cronica timidezza, mi mostro, nei confronti di mio fratello, molto più “felice” di quanto in realtà fossi sul serio, per questo arrivo inaspettato. Non vi nascondo che avrei voluto fotografare la faccia di Giacomo nel momento in cui gli ho detto che l’indomani saremmo andati a prendere la zia Lina e Chiara alla stazione. In tutto questo Carmine mi sembra un po’ troppo curioso di conoscere questa zia così “aperta” verso l’altro sesso; così un paio di minacce al suo bel distributore la notte prima di andare alla stazione, hanno messo subito in chiaro cosa non avrei voluto vedere da parte sua.
Arrivati alla stazione, praticamente vuota, appena arriva il treno vediamo scendere prima la coscia con relativa mutanda in vista di zia Lina che indossa (per modo di dire) un vestito verde con i bottoni, il cui spacco centrale arriva quasi all’inguine, mentre quello superiore mette in risalto il reggiseno rosso che strizza i suoi seni. La giovane Chiara invece è in maglietta e pantaloncini molto più adatte alla sua età, anche se gli occhi di Giacomo non sanno dove guardare. Entrati in macchina, mio nipote si accomoda al centro, indietro in mezzo alle due donzelle. Mentre io cerco di capire un po’ quali programmi avessero, la ragazzina è… Troppo indaffarata al cellulare, la mamma invece dopo aver preso la mano di Giacomo la tiene stretta sul ginocchio. Ad onor del vero, io, la zia Lina l’avevo vista soltanto un paio di volte in occasioni delle feste natalizie; la prima impressione è stata di una donna molto estroversa (ma questo già lo immaginavo), ma anche molto colta e intelligente, visto che nonostante non conoscesse il paesino, ha cominciato a snocciolare la sua storia come se nulla fosse.
arrivati al mare, abbiamo preso possesso dell’ombrellone solito. Onesta come sempre, devo dire che quando sono scese tutte e due in spiaggia, Lina, più che cinquantenne, ha fatto colpo molto più della figlia, che nonostante sia carina, non è affascinante come la mamma. Ci ho messo poco a capire che i modi di fare raccontati da mio nipote, non sono altro che l’espressione di una propria sicurezza e della propria femminilità che magari sfocia in qualcosa di sbagliato, ma non è fatta mai con cattiveria. Per esempio, quando ha chiesto a Giacomo di spalmarle la crema sulla schiena, lo ha fatto con assoluta naturalezza, senza nessuna malizia, anche se però, nel momento in cui si è sbottonata la parte di sopra del costume, mio nipote si è ringalluzzito oltremodo. Intanto io e Carmine abbiamo cominciato a goderci lo spettacolo, facendosi delle grandissime risate, naturalmente non davanti a loro. Ci è sembrato di vedere un film anni 70 in diretta. La donna adulta che cerca di provocare il giovane; questo facilmente eccitabili, fa di tutto per poterla anche soltanto toccare; apparentemente distante la ragazzina che giocoforza si vede in competizione con la madre, anche per conquistare il fanciullo imbranato. Mentre Carmine ha cominciato a giocare al regista, io mi sono posta il problema di come dormire visto che nonostante ci siano i posti letto, la casa non è poi tanto grande. Geniale come sempre, ho mantenuto per la sottoscritta e il suo compagno la camera matrimoniale, ho dato a mamma e figlia la camera “dei ragazzi” ed ho messo nel divano del salone il giovane nipote.
La sera, dopo esser tornati dal mare piuttosto tardi, Carmine ha deciso di portarci a mangiare in un ristorante poco fuori il paese che conosce lui. Dopodiché i due ragazzi sono usciti per fatti loro, ed io, Lina e Carmine siamo andati a fare una passeggiata nella zona vecchia, dove ci sono parecchi bar ed abbiamo preso qualcosa da bere. Verso mezzanotte ci siamo ritirati, dopo aver salutato mia cognata, appena entrata in camera da letto, il mio bel compagno mi ha accolto con il suo uccello in bella evidenza. Naturalmente mi ci sono fiondata sopra, anche se il sapere della presenza di una persona nella stanza a fianco, un po’ mi ha inib. Dopo aver fatto l’amore, sono uscita per andare a prendere una bottiglia d’acqua, e proprio in quel momento sono rientrati i ragazzi. Un saluto veloce ed ho visto chiara andare nel salone ed accendere il televisore e Giacomo in bagno per cambiarsi. Intanto, tornata in stanza, ho trovato il mio compagno addormentato, mentre io ormai completamente sveglia. Così, senza nessun pudore, mi sono messa ad origliare i due per capire cosa facessero. Dietro una porta a vetri riesco a malapena a vederli, illuminati soltanto dalla luce della tv. Dopo un po’ di silenzio, ho sentito Giacomo dire a Chiara “dai, soltanto un poco, tanto non ci sente nessuno” e lei un po’ stizzita “ma come, le stanze sono qui di fianco, hanno pareti di carta”. “Facciamo in silenzio, lo so che piace anche a te”. Dopo quell’ultima frase, il silenzio. La mia curiosità mi sta quasi spingendo a farmi scoprire, quando ho cominciato a sentire dei lamenti. Giacomo alla fine ha convinto la cugina a fargli una sega, lei terrorizzata dall’essere scoperta “zitto, godi in silenzio altrimenti facciamo una figura di merda” . Lo sento godere e ritorno in camera mia come una ladra. Neanche un minuto dopo vedo accendersi la luce del bagno; sento sussurrare un “buona notte” e poi la porta della camera di Chiara si chiude.
Mattino dopo: sono circa le sette quando Carmine mi sveglia a modo suo… La sua mano al sposta quel tanto che basta il mio slip per infilare dentro un dito e cominciare a muoverlo dentro; apro gli occhi e con la mano sotto il lenzuolo cerco di ricambiare il favore. Quando il suo membro diventa bello duro, mi tolgo la mutandina e mi metto a cavalcioni su di lui. Piano piano, in silenzio, lenti ma inesorabili, facciamo la prima scopata del giorno. Lui va in bagno, si veste ed esce a prendere i cornetti per tutti. Io rimango al letto a rilassarmi ancora un po’, il tempo di sentire la porta accanto aprirsi e scorgere la figura di Lina che in vestaglia si avvia in cucina. Sto per alzarmi per andarle a fare compagnia, quando sento la voce di Giacomo, che evidentemente mi ha anticipata, salutare la zia. Nuovamente la curiosità si impossessa della sottoscritta; mi attacco alla colonna che fiancheggia la porta della cucina e cerco di spiare il più possibile. Inizialmente niente di particolare, lei gli chiede della sera prima, mentre fa il caffè per entrambi, lui racconta dove sono stati insieme alla cugina. Dopo una decina di minuti di chiacchiere tranquille, finalmente o purtroppo comincia “lo spettacolo” che per la maggior parte ho soltanto ascoltato e non visto, per paura di essere scoperta. Mentre Lina sciacqua le tazzine, Giacomo deve averle messe le mani addosso, visto che ho sentito dirle di stare attento che sarebbe potuto arrivare qualcuno. Esattamente come la sera prima, il mio finto timido nipote, lo butta sulla compassione, e chiede alla zia di lasciarlo fare perché… “Lo vedi come è grosso?” (Testuali parole). Lei ridendoli gli risponde che sta imparando velocemente a ottenere quello che vuole, ma di non approfittare della parentela e del bene che lei prova. Per un attimo vedo lei seduta sulle ginocchia di Giacomo con in mano il suo uccello. Qualche secondo e di nuovo gli inconfondibili gemiti di mio nipote (ormai riconoscibili), che dopo un po’ si fermano perché lei gli dice di non abbassarle la vestaglia. “Dai, solo un attimo, fammi vedere le tettone!” “Va bene, ma stanotte poi, lo sai cosa devi fare?” “Che cosa?” “te lo ricordo dopo”. Con questo interrogativo mi rifugio nuovamente in camera mia, indecisa se fare rumore e di interrompere la felicità di mio nipote. Poi ci penso un attimo e mi rendo conto che dopo tutto è un adolescente, e comunque sia è giusto che in una maniera o in un’altra faccia le sue esperienze.
Dopo un quarto d’ora esco e vado in cucina, vedo che non c’è nessuno e mi affaccio in giardino. Giacomo è placidamente disteso su un lettino di plastica che abbiamo a giocare con il cellulare, Lina è dentro la doccia a mettersi in costume, senza rendersene conto, non ha neanche tirato giù tutta la tapparella per cui il suo sedere diventa inevitabile commento fra me e mio nipote. Intanto Carmine ritorna con cornetti e bombe al cioccolato, il tempo di scaldare il latte e di fare un altro caffè che siamo tutti e quattro intorno al tavolo a mangiare. Chiara dorme ancora. (Continua)