Orientamento.
“Non c’è nulla di cui preoccuparsi”, mi ha detto mostrandomi un grafico. Che non ho guardato più di tanto, perché ero distratto dal fatto che sentivo letteralmente il buco del culo pulsare, ed era una sensazione nuova, per me. Ero appena venuto a sapere che quella sera lo avrei preso in culo per la prima volta in vita mia. Lo avrei preso in culo da un trans, accuratamente selezionato dal sistema (tutto è catalogato: tipo di minchia, tipo di tette, tipo di figa, forma delle labbra e del culo, colore degli occhi), e il tizio dai vestiti costosi cercava di convincermi che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi, e mi mostrava un grafico.
Capite perché non riuscissi a mettere tutta la mia concentrazione sul grafico, vero?
“Non ho capito in base a cosa pensate che io sia… insomma”, ho detto indicando il grafico: “quello vi è sufficiente per decidere?”
Il tizio ha sorriso, bonario. “Ci sono novantatremila esseri umani, su questa colonia”, ha cominciato. Oddio, ho pensato io, adesso mi tira il pippone.
“La soddisfazione sessuale del singolo è fondamentale per mantenere l’armonia sociale”, ha continuato, e sì, mi stava decisamente tirando il pippone. Io ho annuito, educatamente.
“Il nostro sistema garantisce il massimo livello di soddisfazione possibile. Analizza tendenze, interessi, comportamenti, reazioni, e sulla base di quelli impara a fare gli apparentamenti giusti fra le persone, indicando la persona più sessualmente compatibile per te. E per tutti gli altri novantatremila di questa colonia marziana, me incluso.” Qui ha fatto un sorrisino, e forse ha ricordato il suo buon sesso di ieri sera. Il mio, come al solito, è stato terribile, grazie.
“I tuoi precedenti incontri sessuali sono stati passati al setaccio dal sistema. Questo grafico”, mi ha detto battendo con l’indice sullo schermo, “indica le tue reazioni nelle diverse situazioni: il sistema ti ha sempre considerato eterosessuale perché le tue reazioni davanti al corpo nudo di una donna sono sempre state nella norma. Guarda qui” mi ha detto indicando un picco “questo è quello che succede quando hai a che fare con il sedere di una donna: picco di eccitazione, vedi?. Qui invece” e mi ha indicato un altro picco “è quando tocchi o lecchi o baci il seno di una donna. Non è in alto come con il sedere, ma quasi. Qui è quando tocchi i capelli di una donna, direi che hai una passione per i capelli lunghi, folti e profumati, eh? Qui è quando annusi le ascelle di una donna, e direi che ti piace un bel po’. Qui quando le baci, lecchi o succhi i piedi, altro picco. Tutto benissimo. Ma qui” e a questo punto mi ha mostrato un vuoto nel grafico “mi crolli a terra, in quanto ad eccitazione. Va tutto bene sino a quando non hai a che fare con una vagina, amico mio, ma appena te la trovi davanti alla faccia, sotto alle mani, tra lingua e labbra e anche durante il coito, ragazzo, le cose si fanno difficili, sempre: lì fai fatica a tenerlo duro. E non dire di no, i dati non mentono, la pressione dei corpi cavernosi del tuo pene è monitorata di continuo”.
“Per la mia salute”, ho mormorato io, ripetendo a memoria quel che mi hanno insegnato da bambino.
“Esattamente”, mi ha detto lui con aria di approvazione. “Come vedi il tuo punteggio complessivo rientra in quella che riteniamo essere una vita sessuale nel complesso soddisfacente, ma… ecco, diciamo migliorabile. Riesci a raggiungere l’orgasmo con una donna e riesci a soddisfarla sessualmente in maniera più che dignitosa, ma i dati ci dicono che gli orgasmi, tuoi e delle tue dame, ci sono nonostante la situazione, e non grazie ad essa. Una delle cose che ti piace meno fare, stando ai dati, è avere in bocca i genitali femminili. Eppure pratichi il cunnilingus regolarmente, e lo fai per portare all’orgasmo la tua donna apparentata. Non ti piace, ma lo fai, e questo significa che sei un bravo ragazzo e che non sei egoista, e che sei disposto a sacrificare qualcosa per provocare piacere agli altri, ed è una gran buona cosa, ma… il nostro obiettivo è quello di metterti nelle condizioni di avere la vita sessuale più gratificante possibile, non quello di portarti a fare qualcosa che non ti va per far raggiungere un orgasmo ad un’altra persona, ok? Quando abbiamo visto i dati abbiamo pensato che un paio di sedute di orientamento ti avrebbero giovato, ed è questo che abbiamo fatto oggi, e queste sono le conclusioni cui siamo giunti.” Ha fatto una piccola pausa, poi distrattamente ha aggiunto: “Cui il sistema, è giunto, ovvio”.
“Quindi è per questo che stamattina mi avete fatto vedere uomini nudi in pose plastiche?”
Lui ha cambiato grafico: “Esattamente”.
“Pensavo fosse stato un errore del sistema”, ho detto io.
“Il sistema non sbaglia”, ha detto lui, sempre con tono bonario.
“Già”, ho detto io. “Lavora per la nostra salute, per il nostro benessere”.
“Esattamente”, ha sorriso lui.
“Il corpo nudo maschile non ti eccita più di tanto, è evidente. Hai un certo interesse per i glutei, attorno al 45%, quando sono plastici e tondi, ma quello accade a quasi tutti gli eterosessuali, non è un dato significativo. Quel che si nota, invece, è un picco di interesse per i peni. Guarda”, mi ha detto, ed ha aperto il grafico di prima, affiancandolo a quello che mi stava mostrando in quel momento: “qui è quando vedi una vagina, un valore che sta attorno al 15%. Qui, invece, è quando vedi un pene di normali dimensioni: 55% circa”.
Mi ha guardato, ha sorriso giungendo le mani, strizzando gli occhi a mandorla. “Questo ci ha portato al secondo test di stamattina. Ti sono state mostrate in serie donne, uomini e trans, in contemporanea. Le tue reazioni di fronte ai diversi soggetti sono state inequivocabili. Guarda qui”, ha detto, ed ha aperto un terzo grafico. “Viaggi ovunque oltre l’85%. Il fatto che un corpo di donna abbia un pene maschile innalza il tuo livello di eccitazione su ogni singolo aspetto: il seno ti eccita di più, i glutei ti eccitano di più, il pene ti eccita di più. Se vedi il pene di un uomo, come ti ho detto prima, abbiamo un 55%. Il pene di un trans ti porta all’87%.”
“Ok”, ho sospirato io. “Ma devo proprio avere un rapporto anale? Da passivo, intendo? Non so se…”
“Tu devi fare quello che ti senti di fare. La persona che ti è stata apparentata sa di questa cosa, sa che è un test orientativo e che niente è da prendersi per scontato. Stai tranquillo, il sistema penserà a tutto. Non c’è nulla…”
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Sei ore dopo
“… di cui preoccuparsi”, mi dice cominciando ad affondare lentamente nel mio culo. Io sto fremendo. La trans è alta quanto me, pelle olivastra ed occhi verdi. Un seno piccolo e ben fatto, dall’aspetto naturale, evidente prodotto di una formutazione fatta bene. Un didietro soave, tondo e sodo, pancia piatta, un sorriso bianco e largo, seducente, e un cazzo lungo quasi una spanna, e decisamente più grosso del mio. Gemo mentre lo sento entrare sino in fondo, strisciando lentamente sulla mia prostata e dilatandomi ulteriormente l’ano fremente. Sento il suo pube toccare i miei testicoli, mi si poggia contro con forza. “Stai tranquillo”, mi dice guardandomi negli occhi, dall’alto. Si mette le mie gambe sopra le spalle, spinge ancora. “Rilassati, devi abituartici. Poi è tutta in discesa”. Mi accarezza il petto mentre parla, e da lì a poco io comincio a muovermi lentamente avanti e indietro, concentrandomi sulle sensazioni che quel meraviglioso cazzo dentro di me mi sta regalando.
Il mio sfintere risponde molto bene, per essere alla sua prima volta.
La trans capisce che sto gradendo la situazione, e comincia a martellarmi con perizia: ha una decina di anni più di me, e si vede che è una esperta. Mi tiene il cazzo in mano mentre mi butta il suo cazzo nel culo, e la parte superiore delle sue cosce applaude clamorosamente contro la parte posteriore delle mie. Mi guida con quella mano sul cazzo, mi tira prendendomi per il cazzo e tirandomi verso di sé, mi stringe i coglioni mentre affonda nella parte terminale del mio apparato digerente, accenna una sega, poi me lo abbandona e mi sbatte violentemente, ed io urlo di piacere. Non faccio altro che gemere e mettermi le mani tra i capelli per la goduria. Il suo cazzo preme sulla mia prostata, ed ad ogni affondo sento una scossa liquida, rovente, che mi si propaga per il ventre. Vengo, e credo di essere stato ad un passo dal perdere i sensi, e mi svuoto ad ondate, zampillando senza nemmeno il bisogno di toccarmi il cazzo, e credo che sia l’orgasmo più forte della mia vita.
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Due ore prima
La trans è simpatica, e molto bella. Siamo andati a cena, poi a bere qualcosa, e abbiamo passato tutta la serata a parlare di porcherie. Siamo stati in osservatorio e abbiamo visto la Terra, un puntino blu nel cielo marziano. Io ho passato quasi tutta la serata con il cazzo duro come il marmo.
Quando ci siamo infilati nella stanza prenotata dal sistema ci siamo praticamente strappati i vestiti di dosso. E io ho cominciato subito a succhiarle il cazzo: era lì, che pendeva meraviglioso spuntando da un meraviglioso corpo femminile. Prenderlo in bocca, sentirne il sapore, tastarne la pulsante consistenza, farci scorrere sopra la lingua e invischiarlo di golosa bava: tutto è stato liberatorio. Leccarle le palle e infilarle il naso e le dita nel culo, sentirne il profumo e fargli scivolare dentro la lingua, mentre lei esplorava il mio con la sua, mi ha spedito in orbita. Mi ha chiesto di scoparla per primo, e mi ha regalato una cavalcata epica: sì è messa sopra di me, si è messa su per il culo un po’ di lubrificante guardandomi in faccia, si è infilata il mio cazzo nel culo in un solo gesto fluido e poi il suo culetto ha fatto su e giù finchè il suo cazzo non mi ha spruzzato il nettare sul petto e in faccia. Senza smettere di cavalcarmi, ha recuperato con le mani il suo seme dal mio corpo, e mi ha aiutato a sperimentarne il sapore: incredibilmente, mentre ancora le leccavo avidamente le dita vischiose, ha lanciato un urlo, ha cominciato a muoversi sul mio cazzo con una violenza selvaggia, ed è venuta una seconda volta sprizzando verso l’alto (la sua erezione pareva marmorea, il glande era violaceo e lucido) poche gocce di sperma molto fluido. Si è quindi abbandonata sopra di me, il mio cazzo ancora nel culo, le sue palle premute contro il mio pube, il suo cazzo pulsante via via più rilassato. Mi ha baciato a lungo, carezzandomi il volto, e l’odore del suo sperma fresco danzava nell’aria tra i nostri visi sudati.
“Posso provare io con te”? mi ha chiesto dopo un po’. Io ho annuito. Lei mi si è alzata di dosso, e il mio cazzo è scivolato fuori dal suo culo con un rumore di risucchio che ha fatto ridere tutti e due. “Girati”, mi ha detto lei.
“Cosa fai?”, le ho chiesto io mentre mi mettevo carponi sul letto.
“Fidati”, mi ha detto lei, e a quel punto mi ha allargato il culo con le mani, ha affondato la faccia tra le mie chiappe ed ha cominciato a leccarmi il buco. Faceva dei lenti movimenti circolari con la testa, e la sua lingua si infilava dentro di me un po’ di più ad ogni giro, o almeno così sembrava. Dopo un paio di minuti di quel trattamento gemevo senza ritegno, la testa abbandonata sul materasso, le braccia inerti, l’addome rilassato, il pene flaccido, conscio solo della sua lingua che si muoveva dentro il mio culo.
“Ora devo lubrificarti”, ha detto lei parlando direttamente al mio sfintere. Gli ha dato una leccata, poi ha applicato un po’ dello stesso lubrificante che si era messa prima nel culo. Ho sentito un dito scivolarmi dentro, uscire, riscivolarmi dentro, riuscire. “Hmm, sei bello morbido”, ha sussurrato lei, e in un batter d’occhio le dita che mi entravano e mi uscivano dal culo sono diventate due. Io emettevo un gemito ogni volta che espiravo. Mi massaggiava i coglioni e mi spingeva le dita nel culo, e io sentivo dentro un qualcosa che non avevo mai sperimentato prima, del quale pian piano stavo prendendo consapevolezza: si chiama voglia di prenderlo in culo, quel qualcosa. Una gran voglia di prenderlo in culo. Così a quel punto gliel’ho chiesto, e la mia voce aveva il tono di una supplica, tra un gemito e l’altro: “Voglio che provi a mettermelo dentro”, le ho detto. Lei ha riso e le dita dentro di me sono diventate tre, accompagnate da un altro po’ di lubrificante: “Lasciati servire, ragazzino. Più morbido sei, più largo sei. Più largo sei, più ti diverti. Non avere fretta”. Così sono tornato a gemere con la faccia sul materasso mentre lei mi leccava i coglioni e il cazzo e mi infilava tre dita dentro e fuori dal culo. Poi le tre dita sono diventate quattro, e il suo massaggio interno è diventato esasperatamente lento. A quel punto mi tremavano le gambe, e di tanto in tanto la imploravo di incularmi. Lei andava avanti senza nemmeno rispondermi. Poi ha sfilato le dita da dentro di me, ha detto al mio culo “Ok, ci siamo”, mi ha fatto sdraiare prono, mi ha sollevato le gambe prendendomi per i talloni con le mani, e il suo cazzo si è avvicinato ai miei quarti posteriori, e io l’ho sentito cominciare a spingere contro il mio buco del culo. Io ho sospirato di gioia, guardando dal basso il piccolo seno della persona che stava per incularmi. Gioia e timore, perché avevo paura di sentire dolore, e temevo che il dolore avrebbe potuto rovinare tutto. Quindi mi sono sentito dirle qualcosa di veramente patetico: “Fai piano”, ho ansimato, “per me è la prima volta”.
Lei mi ha sorriso, continuando a spingere contro il mio buco del culo: “Stai tranquillo, non c’è nulla…”